Benedetto XVI: "Degrado e famiglie, emergenza a Roma"
PapaBenedetto XVI ha bacchettato Walter Veltroni. Lo ha fatto per la seconda volta in undici giorni. La penultima nella Basilica di San Pietro, durante il Te Deum di fine anno. Quando Ratzinger nel suo discorso spiegò a Veltroni, seduto lì di fronte a lui, che a Roma «ci sono gravi carenze e povertà». L'ultima avviso ieri. Quando il sindaco ha fatto visita al Pontefice, assieme Piero Marrazzo, governatore del Lazio, ed Enrico Gasbarra, presidente della Provincia di Roma. L'occasione era il tradizionale scambio di auguri di inizio anno. Ne è uscita fuori una «scomunica» in piena regola di Ratzinger al leader del Partito democratico. Non che non si sia parlato di famiglia o affrontati temi etici di rilievo, ma su tutto è emerso lo stato «d'emergenza» che vive la società capitolina. E una delle emergenze che secondo il Papa si sta aggravando, a Roma e nel Lazio, è quella della povertà. «Si allarga a situazioni che sembravano esserne al riparo», ha osservato. «I prezzi degli alloggi, le sacche persistenti di mancanza di lavoro, e anche i salari e le pensioni - ha detto collocando il tema povertà su scala nazionale - sono spesso inadeguate, rendendo davvero difficili le condizioni di vita di tante persone e famiglie». Mentre nella Sala Clementina del Vaticano l'amministrazione capitolina rimaneva in silenzio ad ascoltare il monito, il Pontefice ha articolato la sua analisi partendo da non troppo lontano. E lo ha fatto, oltre che da guida spirituale anche da «comune» cittadino: «Un evento tragico come l'uccisione di Giovanna Reggiani, a Tor di Quinto, ha posto bruscamente la nostra cittadinanza di fronte al problema non solo della sicurezza, ma anche del gravissimo degrado di alcune aree di Roma. Specialmente qui - ha spiegato Ratzinger a Veltroni - è necessaria, al di là dell'emozione del momento, un'opera costante e concreta, che abbia la duplice finalità di garantire la sicurezza dei cittadini e di assicurare a tutti, in particolare agli immigrati, almeno il minimo indispensabile per una vita onesta e dignitosa». Poi Benedetto XVI ha invitato Veltroni, Marrazzo e Gasbarra a moltiplicare gli sforzi per «affrontare ai diversi livelli l'attuale emergenza educativa, ispirandosi al criterio-guida della centralità della persona», e si è lamentato della «drammatica situazione» delle strutture sanitarie cattoliche del Lazio». Ma è Veltroni in fulcro delle accuse del Papa. Che lo rimprovera anche in riferimento alle discussioni sul registro per le unioni civili avvenute nella giunta del Campidoglio. Davanti alle accuse il sindaco non si è di certo tirato indietro. Ha controbattuto. La sua Capitale cresce e non dimentica chi ha bisogno, ha spiegato. «Da anni lavoriamo per far sì che nella nostra città le luci del diffuso benessere non conducano a dimenticare il disagio di tanti, il dolore degli "invisibili" - ha detto il leader del Pd - ma anche le difficoltà delle famiglie dove lo stipendio non basta ad arrivare a fine mese». Veltroni ha esposto a Ratzinger alcuni dati positivi sulla Capitale, e ha ritenuto i suoi consigli «uno stimolo a continuare questo lavoro». Ma a quanto pare il Pontefice ha le idee ben chiare, su cosa va e cosa non va a Roma. Del resto i rimproveri sono arrivati «a pioggia» e più di una volta in pochi giorni. Così, se dopo la preghiera di fine anno («Soccorri, Signore, la misericordia degli abitanti di questa città») Veltroni aveva sperato in un inizio di 2008 migliore, ma ieri è stato smentito. Il sindaco ha dovuto accettare un'altra ammonizione, ed è tornato in Italia con una «scomunica» in più.