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Prodi vuole un piano industriale per la pubblica amministrazione

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Questo la carta che l'Esecutivo ha tirato fuori dal cappello nel corso dell'incontro tenuto a Palazzo Chigi martedì scorso con i sindacati per trovare soluzioni per aumentare il potere d'acquisto dei lavoratori. E che non si tratti solo di un'intenzione è confermato dalla scaletta dei tempi fissata per mettere a punto una proposta. Le organizzazioni dei lavoratori dovrebbero ricevere a breve una convocazione sul tema dal governo. I sindacati hanno accolto la richiesta con un misto di speranza e di titubanza. «Siamo disponibili a trovare soluzioni condivise. Ma bisogna vedere alla fine cosa ne verrà fuori. Se si vuole cambiare sistema allora si deve parlare anche di una nuova struttura della dimanica salariale» spiega a Il Tempo, Rino Tarelli, segretario confederale della Cisl-Funzione Pubblica. Una frase quest'ultima che significa che la contropartita che i lavoratori chiederanno al governo a eventuali innovazioni normative saranno salari slegati dal tasso d'inflazione programmata e agganciati all'effettivo recupero del potere d'acquisto. Ieri i sindacati del pubblico impiego lo hanno già fatto capire. Nella riunione tra i vertici dei sindacati del pubblico impiego si è stabilito di preparare a una richiesta salariale per il biennio 2008-2009 «molto superiore» ai 101 euro, cifra sulla quale venne chiuso l'ultimo contratto. La Cgil guidata da Guglielmo Epifanbi, la Cisl di Raffaele Bonann e la Uil di Luigi Angeletti hanno discusso dei criteri con i quali costruire la piattaforma e della possibilità di chiedere non più l'inflazione programmata ma quella reale per il prossimo biennio. L'inflazione nell'ultimo mese rilevata dall'Istat (dicembre) era al 2,6%.

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