A Colleferro scoppia la rivolta

Gli impianti, posti su una collinetta, dominano il panorama sopra il quartiere dello Scalo. «Non vogliamo i rifiuti della Campania — dichiara Giancarlo Manni, presidente del Comitato di quartiere Scalo — vivere con due termovalorizzatori sopra le case e il traffico dei tir è già dura da sopportare, adesso si aggiunge anche questa novità. Se dovesse succedere non resteremo fermi, siamo pronti a bloccare l'accesso agli impianti». Venti di lotta che si riflettono anche sul palazzo del Comune, dove il sindaco Mario Cacciotti (FI), informato della cosa solo dalla stampa, ha ieri chiamato preoccupato il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo: «Ho detto che Colleferro non è disponibile ad ospitare altri rifiuti, già abbiamo i 2 termovalorizzatori, la discarica di Colle Fagiolara è satura. Marrazzo mi ha assicurato che non verrà presa nessuna decisione senza prima averci consultato». Anche il consigliere comunale dei Verdi, Corrado Mattoccia, si dice pronto ad impedire l'arrivo dei rifiuti da Napoli: «Un conto è la dovuta solidarietà verso i cittadini campani, un conto è riversare altra immondizia su Colleferro senza informarne né gli abitanti e né le forze politiche locali». E Vittorio Lupicuti, Associazione Grillo Parlante: «I cittadini di Colleferro non possono pagare i danni causati da una politica ambientale inefficiente e priva di programma. La nostra paura è che, con l'emergenza, negli impianti si bruci il rifiuto del cassonetto». Più possibilista Renzo Carella (Ds), capogruppo di minoranza in comune e sub commissario alla differenziata per la Regione Lazio: «Sia il Presidente della Repubblica sia il Presidente del Consiglio hanno chiesto un gesto di solidarietà. L'importante è che a Colleferro giunga solo Cdr, perché i due impianti non possono bruciare né ecoballe, né talquale». Si tratterebbe quindi di aiutare gli impianti campani a smaltire il cdr per produrne altro. Intanto Andrea Lolli, commissario straordinario di Gaia, non ha nulla da dichiarare sulla possibilità che i suoi impianti debbano smaltire o stoccare la «munnezza» napoletana. Un silenzio che preoccupa molto i cittadini di Colleferro per il loro futuro.