Gabriele Santoro g.santoro@iltempo.it Gassificatore sì, ...
Il quale, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe firmato in segreto alla fine di dicembre l'autorizzazione alla costruzione di un gassificatore in località Cecchina: a realizzarlo, pare, un consorzio Ama-Acea-Pontina Ambiente. Ne è nato un vespaio, tra la secca smentita dello stesso assessore regionale all'Ambiente Filiberto Zaratti, le minacce di scendere in piazza degli ambientalisti e l'interrogazione a strettissimo giro del capogruppo dei Socialisti riformisti Donato Robilotta. «Marrazzo - ha chiesto - chiarisca in Aula se quella firma c'è stata o meno e spieghi anche se in una riunione con Veltroni, Bersani e Pecoraro Scanio si sia raggiunto un accordo per bruciare i rifiuti del Lazio, e anche della Campania, nella centrale Enel a carbone di Torre Valdaliga Nord». Una firma, come si è notato, arrivata giusto in tempo per ricadere nei benefici economici del «Cip6» sulla vendita a prezzi favorevoli dell'energia rinnovabile (ipotesi comunque smentita dalla senatrice dei Verdi Loredana De Petris). «Pecoraro ha ribadito più volte che per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel Lazio devono essere utilizzati i tre siti esistenti: è dunque priva di fondamento l'ipotesi di un accordo tra il ministro e Marrazzo» ha replicato ieri il capogruppo regionale de La Sinistra (Prc, Verdi, Pdci e Sd) Enrico Fontana. Tutto mentre il centrodestra sventola lo spauracchio-Napoli. «Se Marrazzo non ha firmato l'autorizzazione del quarto impianto sarà emergenza rifiuti anche nel Lazio come la Campania - ha minacciato lo stesso Robilotta - I Verdi, con i loro no, dicono di fatto sì alla costruzione di una nuova discarica ad Albano, che resta la soluzione più inquinante». Un tema caro anche allo Sdi, che per bocca del capogruppo regionale Giuseppe Celli propone di realizzare sì, un quarto impianto (oltre ai due di Colleferro e a quello di S. Vittore), ma nel Comune di Roma. L'unico a tacere, per ora, è proprio chi tiene in mano la chiave del mistero: il governatore Marrazzo.