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Dieci giorni. E ancora nessuna decisione

Prodi

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Da dieci giorni Romano Prodi e i suoi 26 ministri si limitano ad allarmate dichiarazioni d'intenti, piuttosto si spingono fino alla polemica contro Antonio Bassolino, ma non vanno oltre. Nemmeno un intervento concreto. Eppure, per dirla con le parole del premier, siamo davanti ad una «drammatica emergenza». Talmente drammatica che il governo ha ben pensato, come primo intervento dopo più di una settimana di immobilismo di riaprire le scuole. E i rifiuti? Occorrerà aspettare ancora qualche giorno. Oggi Prodi incontrerà Alfonso Pecoraro Scanio; domani riunione a quattro con il ministero dell'Ambiente, quello della Difesa Arturo Parisi e dell'Interno Giuliano Amato; sempre domani si svolgerà la prima riunione tecnica del capo di Gabinetto del ministero dell'Ambiente con Comune, Provincia, Regione, il consorzio Conai e il commissario Umberto Cimmino. «Definiremo una strategia di lungo periodo» spiega il premier. Talmente di lungo periodo che si comincerà a pensarla solo oggi. Al ministero dell'Ambiente, infatti, aspettano il faccia a faccia con il premier «per fare il punto e mettere in fila le cose». Alla Difesa spiegano che, a parte la disponibilità del Genio militare per sgomberare gli ingressi delle scuole dall'immondizia, si sta lavorando per identificare dei siti (caserme dismesse ecc.) che potrebbero ospitare provvisoriamente le «ecoballe». Mentre l'Interno si sta occupando soprattutto di come garantire l'ordine pubblico. A questo punto sorge spontanea una domanda: ma cosa hanno fatto fino ad ora? Già perchè scorrendo velocemente il film delle ultime settimane si scopre, ad esempio, che lo scorso 28 dicembre, nel corso del Consiglio dei ministri, il governo aveva deciso di prorogare fino al 30 novembre 2008, lo stato di emergenza rifiuti in Campania. «I poteri connessi all'emergenza - aveva spiegato Amato - verranno rimodulati nei prossimi giorni in modo da creare una transizione verso l'ordinarietà». Insomma, la situazione è sotto controllo, talmente sotto controllo che il giorno dopo Romano Prodi parte da Bologna diretto a Campolongo per trascorrere qualche giorno di relax sulla neve. Eppure il 31 dicembre il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, durante il suo discorso di fine anno, dedica un passaggio al «sempre più allarmante problema dei rifiuti in Campania». Anzi, il presidente della Repubblica, qualche giorno dopo, racconterà da Capri, di una telefonata con Prodi la sera dell'ultimo dell'anno in cui i due «si sono trovati d'accordo che ci sia un'assunzione di responsabilità precisa per sbloccare questa situazione». Passano quattro giorni senza che accada nulla. Il 4 gennaio, finalmente, la notizia che tutti aspettavano. «Penso che il governo prenderà un'iniziativa al massimo livello» annuncia da Capri Napolitano. «Sono personalmente impegnato per la soluzione di questa drammatica emergenza» spiega Prodi intervistato da Il Mattino. E il giorno dopo, da Bologna, aggiunge: «Il governo si assume tutte le sue responsabilità». Ancora 24 ore e arriva il primo gesto concreto. Prodi dispone la riapertura delle scuole. Intanto sono passati dieci giorni, il Professore ha sciato, i suoi ministri si sono riposati, le feste sono finite e in Campania, nelle strade, ci sono più di 100mila tonnellate di immondizia che marciscono.

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