Veltroni chiama, Berlusconi risponde. O meglio, visto che ...

Dopotutto il sindaco di Roma non ha usato mezzi termini e, difendendo la proposta di un sistema presidenzialista francese lanciata qualche giorno fa dal suo numero due Dario Franceschini, ha spiegato: «Un accordo sul sistema tedesco, allo stato attuale non c'è. Non lo vogliono Forza Italia e An, non lo vogliono i partiti minori». E ancora: «Il nostro partito nasce per consentire un sistema bipolare dell'alternanza, ispirato ad un principio di coesione. Questa, per noi, è una frontiera invalicabile». A stretto giro di posta ecco arrivare il commento del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi. «L'intervista è coraggiosa - spiega - perché consapevole delle difficoltà in cui versa oggi il nostro Paese e delle riforme che sono necessarie per assicurare al nostro sistema politico stabilità e governabilità; è coerente, perchè si propone di salvaguardare, anzi di irrobustire il bipolarismo italiano, mantenendo chiare le distinzioni politiche». Ma Bondi non è solo. Anche Beppe Pisanu è entusiasta: «Ha ragione Veltroni, il bipolarismo e la democrazia dell'alternanza sono conquiste che dobbiamo consolidare e sviluppare». E pure Maristella Gelmini, leader Lombarda di Fi e quarantenne emergente del nuovo Pdl, non si trattiene: «Discutendo di riforma della legge elettorale, e raggiungendo una intesa, credo davvero che Berlusconi e Veltroni possano veramente riuscire a compiere un passo avanti decisivo. Veltroni, come Berlusconi, ha il coraggio delle proprie azioni e la lungimiranza di chi guarda al di là del proprio naso». E al fronte dei «Veltroni boys» del centrodestra si iscrive anche il segretario della Dc per le Autonomie Gianfranco Rotondi che suggerisce a Berlusconi e al leader del Pd di convocare subito un vertice per decidere i contenuti della legge elettorale. E agli alleati del centrodestra che gridano all'inciucio risponde il capogruppo azzurro al Senato Renato Schifani: «Nessun accordo segreto con il segretario del Pd, ma la scelta di un percorso che dovrebbe stare a cuore a tutti quei partiti che vogliono sottrarre le importanti scelte condivise al veto dei piccoli». Insomma tutti coloro che vogliono boiccottare il dialogo sono avvisati: Walter e Silvio non mollano.