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E il sito internet del Pd censura l'intervista scomoda del lìder Maximo

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Quella, per capirsi, in cui il vicepremier, dopo la svolta presidenzialista del sindaco di Roma e del suo numero due Dario Franceschini, sbottava: «Siamo impazziti? Che credibilità abbiamo con i nostri interlocutori? E che messagguio arriva all'opinione pubblica?» Intervista conclusa da un laconico: «Credo che Prodi non sia per niente contento». Ebbene nel sito del Pd non ve ne è traccia. Niente sulla homepage. E niente nella sezione dedicata alla Rassegna Stampa dove, però, trova spazio (con titolo cambiato e senza riferimento né del giornalista, né della testata) l'intervista rilasciata il giorno prima a Repubblica da Franceschini. In compenso il sito ospita in prima pagina e in bella vista il colloquio che, il 4 gennaio, il ministro degli Esteri ha avuto con Il Messaggero. Un colloquio in cui D'Alema usava toni più morbidi. Anche qui, però, un piccolo giallo. Alla domanda su Veltroni al vicepremier viene aggiunta una battuta: «È lì (in Parlamento ndr) che si approvano le riforme, non nelle interviste o stando dietro alle battute». Chi ha censurato chi?

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