Verifica, il Pd già esplode
[...] al quotidiano «la Repubblica», ovviamente studiata prima con Veltroni, lancia l'idea di un sistema simile a quello francese. Una proposta che non è però piaciuta, nei modi e nelle forme, ad alcuni esponenti del partito Democratico. I quali hanno fatto sentire le loro critiche. Chiedendo che dentro il partito inizi una discussione vera sulle riforme. Una «spaccatura» pericolosa, a poco più di una settimana dalla verifica nella maggioranza. Franceschini ha spiegato di pensare «al presidente della Repubblica come in Francia, ma si può discutere anche di una figura più simile al sindaco d'Italia». «Bisogna avere il coraggio — ha proseguito — magari se non è possibile insieme alle riforme costituzionali da questo mese in aula alla Camera anche in una seconda tappa, di passare all'elezione diretta di una persona che abbia la forza di decidere e di guidare il Paese. Che poi sia il presidente della Repubblica eletto, come votò la Bicamerale nel '97, o che sia un modello che si avvicini di più al sindaco d'Italia, c'è spazio per discuterne, ma insomma un rafforzamento del ruolo di guida del Paese attraverso l'elezione diretta, bilanciata da un Parlamento forte con poteri veri, mi sembra una cosa cu sui dobbiamo avere la capacità di non rimanere legati agli atteggiamenti degli anni passati». La più critica con il numero due del suo partito è stata Rosy Bindi. Alla quale non è affatto piaciuto il modo usato da Franceschini per lanciare la sua proposta. E ha chiesto di convocare immediatamente l'assemblea costituente del partito. «Le riforme istituzionali e la riforma elettorale sono cose serie, molto serie — ha ribattuto — Ce ne ha dato un esempio il presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine d'anno. Continuare a lanciare proposte estemporanee con interviste e comunicati stampa non serve a nulla, anzi rischia di compromettere un percorso già tanto difficile. Senza contare che, dopo il referendum del giugno 2006 che ha bocciato le ipotesi di stravolgimento costituzionale avanzate dalla Cdl, appare assai poco percorribile una riforma della Costituzione che introduca una qualunque forma presidenzialista». «Ma soprattutto — ha concluso la Bindi — è urgente e preferibile approfondire e condividere le proposte nel Pd. Si convochi subito l'Assemblea costituente si discuta e si decida, insieme». Anche Franco Monaco, prodiano doc, non ha perso l'occasione per attaccare Franceschini. «Ora anche Franceschini apre a una forma di governo ispirata al modello francese. Sorprendono un po' lo stop and go o lo zig zag in tema di riforme. Prima l'inopinata apertura al proporzionale e l'abbandono del maggioritario, ora il carico da novanta dell'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica, cose peraltro affatto diverse. È bene che se ne discuta. Ma è anche la conferma dell'esigenza, da noi più volte avanzata, di un confronto aperto nel Pd per stabilire democraticamente una linea riconoscibile, meno estemporanea e ballerina».