Prodi scia con codazzo presidenziale
Telecamere, giornalisti, fotografi e anche una scorta speciale a spese del contribuente
Ma Romano Prodi, sci ai piedi, racchette in pugno e caschetto protettivo in testa, dispensa dalle Dolomiti il suo solito, surreale, inguaribile ottimismo: fa finta di ignorare l'assist del Quirinale al dialogo Veltrusconiano e si prende meriti che non ha, negando il sorpasso spagnolo e citando dati del Fmi invece che quelli di Eurostat. Tra una discesa sulla coltre bianca, un incontro con il sindaco di Campolongo, un pranzo con il presidente della giunta provinciale bolzanese, discetta di mondiali a Cortina e di prodotto interno lordo, paragona l'Italia a un'auto di Formula Uno in procinto di uscire dai box per ripartire più velocemente che pria, come se invece gli iberici guidassero carretti trainati da muli. E in tutto questo dichiarare viene seguito, monitorato, filmato e registrato da un esercito di giornalisti armati di taccuini e telecamere e da una squadra di agenti specialisti della neve. Dal 30 dicembre il premier è in settimana bianca e il circo mediatico lo ha seguito fin sulle montagne per raccoglierne le sue preziose reazioni agli avvenimenti del giorno. Quella domenica, nell'edizione di Studio Aperto delle 12.25, il Professore ammette che esistono difficoltà nella maggioranza. Una rivelazione che «sciocca» l'Italia intera. Lo stesso giorno, sullo stesso tg ma alle 18.30, valuta i sette punti diniani «uno spunto di riflessione» e aggiunge sibillino che «una verifica al giorno non toglie i problemi di torno». Il 31 corregge i reporter che avevano commesso un clamoroso sfondone, sbagliando il colore della sua nuova tuta da sci: «La mia tuta è color olivo», asserisce il premier spezzando le reni a qualsivoglia replica e bacchettando i daltonici cronisti che avevano osato definirla «verde». Poco prima, all'Ansa, aveva annunciato le sue personalissime previsioni meteo: «Sarà una bellissima stagione sciistica, visto che sta iniziando a nevicare». Dopo un insostenibile silenzio di qualche ora e dopo aver lasciato trascorrere la notte (che, si sa, porta consiglio) il primo dell'anno eccolo commentare il discorso del presidente della Repubblica. Prodi trascura l'indiretta ma esplicita benedizione presidenziale al duo Walter-Silvio e spiega di condividere gli obiettivi elencati da Napolitano su salari e stipendi. «Questo - precisa - è proprio il compito che il governo si è preso e che ho esposto nella conferenza di fine anno». Non solo. Desideroso di dare un'immagine positiva del Paese, smentisce il presunto sorpasso economico di Madrid. «L'economia italiana è ancora bel più grande di circa il 50% di quella iberica», avverte. Afferma che il nostro Pil pro-capite è superiore del 13%. E sforna un'acuta metafora automobilistica. La «macchina-Italia», rimasta «troppo tempo ferma ai box» - avverte - ha ricominciato a far girare i suoi motori e, «dopo un cambio gomma e un rifornimento di fiducia, sta uscendo dai box e sta girando a una velocità tale che non raggiungeva più da anni». Una «notizia» che rimbalza sui telegiornali pubblici e privati fino a ieri: il 2 gennaio l'«evento» viene coperto dall'edizione di Studio Aperto delle 12.25, da quella del Tg1 delle 13.30 (che 24 ore prima aveva persino fatto da quel di Campologno la nota politica), dal Tg3 delle 14,20 e dal Tg de La Sette della mezza. Una grancassa mediatica che, però, non può far dimenticare agli italiani i loro guai. E al presidente del Consiglio che una dichiarazione al giorno non toglie la verifica di torno.