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Napolitano benedice Silvio e Walter: «Avanti, occasione da non perdere»

Giorgio Napolitano

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[...] trascurano il mondo della politica. «Non certo perché non sia importante: piuttosto perché» vuole «richiamare l'attenzione su quel che di più ampio vive e conta nel Paese, sulle realtà e sulle responsabilità che non possono ridursi alla sfera della politica». E, nel messaggio di fine anno l'unico accenno che Napolitano si concede in questo senso, ignora totalmente Prodi e il suo esecutivo (anche perché, spiega, «non possono esserci interferenze da parte mia») e punta direttamente al dialogo fra Berlusconi e Veltroni che ha come priorità la riforma elettorale. Il tono del Capo dello Stato è risoluto, quasi intransigente quando afferma che è «indispensabile che si adottino alcune riforme in campo istituzionale e si crei un nuovo, più costruttivo clima politico, fondato su una effettiva legittimazione reciproca». Napolitano sottolinea che si è «speso a tal fine sin dall'inizio» del suo mandato, e avverte che insisterà nelle sue sollecitazioni e nei suoi appelli perché ora che uno spiraglio di dialogo si è aperto, con il contributo di entrambi gli schieramenti politici, specie sulla riforma elettorale, occorre assolutamente evitare che l'occasione vada perduta». Per il resto, come dicevamo, il presidente della Repubblica nel suo secondo discorso agli italiani ricorda come i fatti smentiscano «le rappresentazioni di un'Italia in declino». Ma non nega che il declino esista, come esiste un grave «malessere sociale». Napolitano indica aspetti eloquenti dell'Italia che vuole crescere, segni concreti di dinamismo e capacità innovativa, istituzioni vitali, centri di eccellenza. «Il problema sta nel come valorizzare, incoraggiare» questa Italia positiva. «Con questo problema devono misurarsi la politica e anche le forze sociali e la cultura. La strada da seguire, dunque, è «non abbandonarsi alla sfiducia, ma proporre, decidere operare». Certo gli ostacoli sono numerosi, a cominciare dal «costo della vita che pesa troppo sui cittadini più poveri e disagiati», su chi «conta solo su retribuzioni e redditi insufficienti» e tira avanti con «seri sacrifici mai abbastanza riconosciuti». I problemi sono tanti e determinano «malessere sociale»: difficoltà a trovare lavoro, «insufficiente tutela della vita sul lavoro», scandisce, ricordando gli operai bruciati nell'incendio della ThyssenKrupp, confessando la sua commozione, dicendo che questo è il suo «assillo». Ma «grande è anche il potenziale umano e morale dell'Italia», osserva, ricordando «la splendida rete di solidarietà» che esiste, che ha visto attorno ai disabili, ad esempio. «Possiamo avere più fiducia in noi stessi, ma dobbiamo essere più esigenti verso noi stessi», è il suo monito. I cittadini devono dare prove di senso civico, di consapevolezza dell'interesse generale. Napolitano mette in evidenza i successi delle forze dell'ordine contro il crimine. Cita la rivolta degli imprenditori siciliani contro il pizzo, la tutela dell'ambiente e del territorio. Chiede equilibrio sulla questione dell'immigrazione. Fa un accenno ai rapporti fra Stato e Chiesa, che devono essere regolati sulla base della Costituzione. E conclude parlando della sua città, Napoli, sommersa dai rifiuti. Un esempio «allarmante», spiega, di «particolarismi politici e localistici che impediscono di risolvere i problemi».

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