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Napolitano insiste: servono dialogo e riforme

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Il suo discorso è stato anticipato, nei giorni immediatamente precedenti la pausa natalizia, da interventi di spessore: al Consiglio Supremo di Difesa; nell'anniversario della Costituzione; al Corpo Diplomatico; alle Alte cariche dello Stato; ai militari impegnati nelle missioni internazionali di pace; fino all'ultimo intervento sulla Corte Costituzionale e il referendum. Dipanando quei discorsi, si può ricavare il «filo rosso» che lega le sue considerazioni, i moniti, gli appelli. «L'Italia rinnovi le sue istituzioni, modernizzandosi e crescendo, rafforzando la sua coesione sociale e nazionale», ha esortato Napolitano ricevendo al Quirinale le Alte cariche dello Stato per gli auguri natalizi. Un'esortazione che, è facile prevedere, sarà contenuta anche nel suo messaggio di fine anno. L'auspicio sarà che «nell'interesse generale, il dialogo prosegua con il contributo di tutte le forze politiche e conduca a risultati concreti», arrivando a «superare, sul piano politico, paralizzanti sospetti reciproci e giochi di interdizione», se si vuole «garantire, qualunque sia lo schieramento vincente, la governabilità e la continuità di fondamentali politiche pubbliche», se si vuole evitare di «correre seri rischi» anche considerando «inquietudini, manifestazioni di sfiducia, insoddisfazioni» che emergono tra i cittadini. «Un clima nuovo nella vita politica e più in generale nella vita nazionale», dunque, con l'obiettivo politico di superare quella che Napolitano ha chiamato «hyperpartisanship», ovvero «un tasso di esasperata partigianeria», come ha tradotto lui stesso. Si impongono riforme di diverso segno, da quella del sistema elettorale — sul quale pende anche il giudizio della Consulta sui referendum per il quale Napolitano ha ribadito «piena fiducia nell'autonomia e competenza della Corte COstituzionale» — alla legge Finanziaria che fissa il bilancio dello Stato. Dal Quirinale, probabile anche un cenno al voto dell'assemblea generale delle Nazioni Unite per la moratoria sulla pena di morte. Sempre in ambito Onu, facile un riferimento alle missioni internazionali di pace. Pace auspicata soprattutto nello scenario vitale del Medio Oriente, e legata alla lotta al terrorismo, anche alla luce del recente attentato mortale contro Benazir Bhutto in Pakistan.

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