Il Papa: «Chi osteggia la famiglia rende fragile la pace della comunità»
[...]Sì perché stavolta a bacchettare il primo cittadino di Roma e la sua gestione non c'è l'opposizione. Non c'è la destra, non c'è Alleanza nazionale a tappezzare la Capitale di manifesti, per chiedere la cacciata di «un sindaco a mezzo servizio». No, stavolta non si tratta di polemica politica. La bocciatura a Veltroni arriva dritta dritta da Benedetto XVI. Nel «Te Deum» di fine anno, alla presenza dello stesso sindaco, il Papa ha tracciato il bilancio «amaro» di Roma. Ha denunciato un «deficit di speranza e fiducia» che caratterizza la Capitale. «Soccorri, Signore, con la tua misericordia gli abitanti della nostra città - ha detto Ratzinger nel suo messaggio - nella quale, come altrove, gravi carenze e povertà pesano sulla vita delle persone e delle famiglie, impedendo di guardare al futuro con fiducia». Il leader del Partito democratico si è sentito criticare soprattutto il modello che propone la sua città, tipico occidentale. Dove a prevalere sono lo show, l'apparenza e poco la sostanza, lasciando spaesati soprattutto i più giovani. «Non pochi, soprattutto i giovani, sono attratti da una falsa esaltazione o, meglio, profanazione del corpo e della banalizzazione della sessualità. Come enumerare poi le molteplici sfide che, legate al consumismo e al secolarismo, interpellano i credenti e gli uomini di buona volontà?», si è domandato Benedetto XVI, per poi aggiungere: «Per dire tutto in una parola, anche a Roma c'è quel deficit di speranza e fiducia, che sostituisce il male oscuro della moderna società occidentale». Ma per il Papa, anche se «evidenti» sono le deficienze, «non mancano però i motivi di speranza». E addirittura, tanto ritiene Roma una città in pericolo, implora «la speciale benedizione divina». Inoltre Ratzinger è convinto che la Chiesa locale può fare molto per risanare la Capitale. «La comunità diocesiana - ha continuato nel suo discorso l'ultimo dell'anno - è impegnata con crescente vigore sul fronte dell'educazione, per rispondere a quella grande emergenza educativa, e cioè la difficoltà che si avverte nel trasmettere alle nuove generazioni i valori basilari dell'esistenza e di un retto comportamento. Senza clamori, con paziente fiducia, cerchiamo - ha chiesto ai cattolici - di far fronte a tale emergenza, anzitutto nell'ambito della famiglia, ed è senz'altro confortante constatare che il lavoro intrapreso in questi ultimi anni dalle parrocchie, dai movimenti e dalle associazioni, per la pastorale familiare continua a svilupparsi e a portare i suoi frutti». Il Papa, inoltre, nell'Angelus di ieri è tornato sul tema della famiglia: «Chi osteggia l'istituto familiare rende fragile la pace nell'intera comunità, perché indebolisce la principale agenzia di pace. Lo stesso amore - ha detto il Papa - che costruisce e tiene unita la famiglia, favorisce l'instaurarsi tra i popoli della terra quei rapporti di solidarietà e collaborazione che si addicono a membri dell'unica famiglia umana». Resta l'esigenza di preservare questo obiettivo anche a Roma, che per Benedetto XVI è una città da soccorrere. Dove la Chiesa cattolica ha fatto di gran lunga un miglior lavoro rispetto al Comune. Dove i giovani vivono di illusioni. Dove gli abitanti dovrebbero essere assistiti con diversa attenzione. Il sindaco, lì in prima fila nell'ultimo giorno dell'anno, in mezzo agli altri fedeli, ha ascoltato le parole del Pontefice. Del resto la questione dell'amministrazione di Roma è un argomento che è tornato in auge dopo la nomina di Veltroni a segretario del Partito democratico. E il centrodestra lo attacca ormai da mesi. Critica una gestione scadente impossibilitata dal doppio incarico. Critica una direzione al di sotto delle aspettative (sicurezza e servizi, per citare due esigenze comuni a tutti). Critica non per polemica politica, a quanto sembra. Perchè stavolta critica anche il Papa. Benedetto XVI ha cerchiato definitivamente, col pennarello rosso, le «gravi carenze» di Roma.