Anche i piloti vogliono Air France
[...] come sottolineato dal presidente di Alitalia Maurizio Prato. Il cda della compagnia di bandiera ha già dato il nulla osta, il mercato ha premiato il titolo in borsa ma le barriere alzate dal partito del Nord, teso a difendere Malpensa, e dai sindacati stanno generando confusione. E in borsa le azioni Alitalia sono tornate a scendere temendo una paralisi delle trattative. Eppure Air France ha più volte ribadito che Malpensa non sarà penalizzata, nonostante resti la centralità operativa dello scalo romano di Fiumicino, e ha invitato i riottosi sindacati a sedersi intorno a un tavolo per chiarire ogni impatto sul fronte lavorativo. Gli interessi in gioco sono molteplici: AirOne non molla e sponsorizza la sua offerta come alternativa a quella francese; le banche sono pronte a fare la loro parte per sostenere «l'italianità» del vettore; alcuni ministri, Bianchi e Di Pietro in testa, promettono lotta dura a Prodi se dovesse cedere alle lusinghe d'oltralpe. In questo scenario i piloti e gli assistenti di volo del gruppo Alitalia rompono gli indugi e, in coordinamento con gruppi organizzati che spontaneamente stanno nascendo tra i dipendenti di terra e tra la dirigenza, sono pronti a paralizzare il paese per giorni, qualora il governo sconfessasse «la scelta a favore di Air France-klm» e «cedesse quindi alle improprie pressioni messe in atto da alcuni esponenti del mondo politico, istituzionale e sindacale» a favore di Air one. In una nota congiunta i piloti dell'Anpac e gli assistenti di volo di Anpav e Avia criticano la campagna a favore di Malpensa che arriva dal nord: «I politici dell'area milanese - affermano le organizzazioni - dovrebbero spiegare ai loro stessi concittadini come mai in tutti questi anni non hanno messo in atto le dovute azioni necessarie a salvaguardare Malpensa. Le carenti infrastrutture e le mancate decisioni su Linate hanno comportato il grave stato che oggi tutti conoscono». Senza questi interventi non è possibile, secondo le tre sigle, far diventare un hub profittevole lo scalo di Malpensa. Anpac, Anpav e Avia rivolgono infine un appello al presidente del Consiglio e all'intero governo perchè «agiscano con tempestività nell'esclusivo interesse del Paese, di Alitalia e dei suoi dipendent». La prima valutazione spetta al Consiglio dei ministri e ieri Prodi ha incontrato Padoa Schioppa, Bersani e Bianchi per tastare il polso della situazione anche se la scelta finale non arriverà prima della metà di gennaio. È singolare come in Italia non si riesca mai a dare pieno ascolto al mercato ma la politica debba sempre inquinare ogni trattativa. Certo, la quota del 49,9% di Alitalia è in mano al Tesoro ed è giusto vagliare con attenzione tutti gli aspetti del piano industriale francese. Ma se l'offerta è la migliore di quelle presentate dopo il fallimento del «beaty contest» voluto da Padoa Schioppa, il cda l'ha avallata e anche piloti e hostess sono sul piede di guerra se non dovesse andare in porto, la soluzione è tanto scontata quanto legittima. Intanto Blue Panorama Airlines ha rinnovato al sindaco di Milano, Letizia Moratti, ed al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, la propria disponibilità «a divenire il vettore di lungo raggio di riferimento per l'attività intercontinentale e internazionale da Malpensa». In un Paese «normale» si chiamerebbe libero mercato.