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Nicola Imberti [email protected] Un ritorno al passato. ...

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Lo splendore di Villa Madama, luogo di rappresentanza amato da Silvio Berlusconi. Come lo scorso anno il premier parla da un piccolo podio allestito al centro della sala su cui spiccano il tricolore e la scritta Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dietro di lui la bandiera italiana e quella dell'Unione europea. Ma la vera novità è un'altra. Via il tavolone di legno che fino ad oggi ospitava i partecipanti all'evento (oltre al Professore, il portavoce del governo Silvio Sircana, il presidente dell'ordine dei giornalisti Lorenzo Del Boca, quello dell'Associazione stampa parlamentare Pierluca Terzulli). Al suo posto ecco arrivare il salottino. Quattro poltrone in pelle blu che, forse, vorrebbero dare un tono d'informalità all'evento ma che, in realtà, richiamano alla memoria fior fiore di programmi televisivi (dai «tronisti» di Maria De Filippi al Porta a Porta di Bruno Vespa il ventaglio di possibilità è fin troppo ampio). È l'unico tocco di colore di una conferenza stampa che si svolge in perfetto Prodi-style. Un tavolino con bicchieri di plastica e bottigliette d'acqua accoglie i giornalisti all'ingresso. Tanto che qualcuno, alla fine, si lamenta per la mancanza del buffet di berlusconiana memoria. Poco più in là, due schermi, trasmettono una selezione di fotografie significative dei primi 19 mesi del governo. La pax-prodiana impone eguale trattamento per ogni ministro dell'esecutivo che, non a caso, può contare su una foto con il premier. Il più sfortunato, ad occhio e croce, è il titolare del dicastero dell'Interno Giuliano Amato. La didascalia dell'immagine che lo ritrae assieme al Professore recita più o meno così: «Conferenza stampa al termine del Consiglio di ministri straordinario ha trasformato in decreto legge il ddl sulle espulsioni». Vista la fine che ha fatto il decreto non proprio un momento da ricordare. Una manina maligna ha anche prodotto qualche refuso e così, il presidente francese Nicolas Sarkozy, diventa «Sarcozy». Ai giornalisti viene distribuita una cartellina con un cd rom che raccoglie una sintesi di tutti i provvedimenti realizzati dall'esecutivo in 589 giorni di governo. C'è anche una colorata presentazione con i dati degli incontri internazionali del premier e un comunicato stampa che annuncia l'ultima novità comunicativa di Palazzo Chigi: un webmagazine dedicato all'attività del governo (www.governoinforma.it). Alle dodici in punto Romano Prodi fa il suo ingresso in sala. Il rituale è il solito. Introduzione di Del Boca, quaranta minuti di illustrazione del premier, un'ora circa di domande il cui ordine è stato sorteggiato precedentemente. Prodi risponde dal podio. Qualche problema col ritorno audio, soprattutto quando un giornalista dell'Apcom gli chiede se sarebbe disponibile ad un governo per le riforme (sarà un caso?). Sircana segue attentamente ogni passaggio. Il premier azzarda qualche battuta. Usa tono perentorio per spiegare che non cambierà niente rispetto al programma di governo e che non cederà a ricatti sulla vicenda Alitalia. Finiscono le domande. Prodi scende dal palco, saluta e si dirige verso la macchina. Il corteo abbandona Villa Madama. Cinque macchine. Due Lancia Thesis, un'Alfa, due Audi. Se lo sapesse Luca Cordero di Montezemolo...

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