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Laura Della Pasqua [email protected] «Se la ...

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Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato, parla chiaro. «Il governo dovrà ottenere qualcosa di più dalle Nazioni Unite. Non si può rifinanziare una missione che è solo di guerra». Questo vuol dire che Rifondzione non voterà il rifinanziamento se non cambierà il quadro della missione? «La conferenza di pace è stata bloccata dagli Stati Uniti che pensano di poter risolvere la situazione solo sul piano militare. Io ritengo che il supporto militare è utile solo se c'è una soluzione di pace. Se a febbraio si tratterà di rifinanziare la missione per come è ora, ovvero in una situazione che è insostenibile per i militari italiani, allora si porrebbe, per quanto mi riguarda, il problema di non rifinanziare tale missione». Questo anche a costo di creare una crisi di governo? «Non è questo certo che può porre un problema al governo. La sorte della maggioranza si gioca prima, a gennaio quando ci sarà la verifica». La verifica sui temi di politica economica? «Lo scoglio non sono i temi di politica economica. Sul recupero del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, sulla diminuzione delle tasse, l'accordo si trova. Dopo queste due finanziarie i soldi ci sono. Il problema vero è la riforma del sistema elettorale». E su questo voi non ci state sul binario Veltroni-Berlusconi, o no? «L'accordo con Berlusconi non mi piace come non piace a An, Udc e Lega. Veltroni e Berlusconi devono dimenticare che attraverso la riforma elettorale costruiscono un sistema bipartitico con Pd e Pdl mentre gli altri partiti fanno da vassalli che portano voti. Invece bisogna costruire coalizioni programmatiche non coatte e si tratta di discutere su uno schema proporzionale. Io penso che la strada da seguire sia quella del sistema tedesco con sbarramento al 5%». Ma senza accordo e con il referendum, che accadrà? «È chiaro che i piccoli partiti potrebbero aprire una crisi». E tra questi ci siete anche voi o continuerete a sostenere Prodi? «Noi continueremo a supportare Prodi. Il pericolo viene da Mastella, da Dini e da Bordon che si è messo in testa di fare il sindaco di Roma. Lo schema Veltroni-Berlusconi non può andare avanti, in Parlamento non avrebbe la maggioranza. E poi anche all'interno del Pd non penso che Rutelli, D'Alema e Marini la pensino come Veltroni. Così pure dentro Forza Italianon c'è compattezza».

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