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Berlusconi ai dipendenti Rai: "Siete tutti dei raccomandati"

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Era rilassato Silvio Berlusconi quando è entrato in un hotel di Roma, nel quartiere Parioli, per un pranzo con i suoi eurodeputati. Aveva trovato anche il modo di scherzare sull'ustione di secondo grado rimediata mercoledì sera. «La borsa dell'acqua calda si è aperta e mi sono bruciato collo e torace. Meno male, pensate se si fosse rotta dall'altra parte...». Ma stavolta era la calma che anticipava la tempesta. Il Cavaliere è tornato sulle intercettazioni tra lui e Agostino Saccà. Non ci è andato leggero: «In Rai sono tutti raccomandati, a partire dal direttore generale, che non è stato mica scelto attraverso una ricerca di mercato. Io - ha spiegato il Cavaliere - ho fatto diversi interventi solo per segnalare personaggi che non sono di sinistra e che sono stati messi completamente da parte». L'ex premier ha spiegato di esser intervenuto con Saccà «perché una persona aveva subito un'ingiustizia». E anche se non aveva ancora ascoltato le sue intercettazioni, non è sembrato preoccupato. Piuttosto lo è stato per gli italiani. «Quello che è succeso è un attacco violento alla mia intimità, al diritto di privacy. L'indagine aperta è una follia. È una cosa che non può succedere in nesun Paese, e nel nostro non c'è più libertà». Quindi lancia un appello «al 92% degli italiani» che non ha più fiducia nel Csm. Chiede a loro di votare contro questo governo che «gode del sostegno di una certa magistratura» ed entra «nella vita dei cittadini». «Se veramente non ne potete più - ha detto - come non ne possiamo più noi di questo esecutivo, c'è un solo modo: tornare a votare e votare tutti per chi difende la libertà sempre, per chi crede nella democrazia e nel diritto alla privacy dei citatdini». Berlusconi non si trattiene. La vicende intercettazioni, con l'audio che circola in Rete, sembra dargli nuova forza: «Adesso andremo al governo, perché credo che gli italiani pensano di poter essere spiati, e quindi ricattati solamente alzando il telefono. Uniamo tutti insieme per portare al governo il Popolo delle libertà». Poi si è soffermato sulle riforme «indispensabili», ma irrealizzabili con la sinistra al potere. Ma anche sulla legge elettorale: «Quella che c'è è ancora molto valida, anche se non è lo stesso per l'Unione. Oggi abbiamo 15 punti in più di loro, e volendo possiamo salvarli dall'abbraccio mortale della sinistra estrema». Sono passati dieci minuti da quando Berlusconi è entrato nell'hotel. Le telecamere si spengono per farlo entrare in sala da pranzo. Al dg Claudio Cappo, il primo dei raccomandati Rai, inizia a squillare il telefonino.

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