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Silvio Berlusconi torna in piazza. E viene preso d'assalto ...

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A quel punto sono spuntati decine di contestatori di diversi centri sociali della zona come Corto Circuito e Spartaco, che hanno cominciato a gridare «mafioso», «piduista». I contestatori sono stati circondati dalle forze dell'ordine, uno di loro è stato fermato. Ma la protesta contro il Cavaliere è andata avanti lo stesso. Contro di lui sono stati lanciati oggetti di vario tipo: monetine, secondo un testimone anche un bullone, di certo qualche uovo. Tanto che uno gli si è infranto contro la manica destra della giacca. Berlusconi è andato avanti lo stesso. È si è messo anche a scherzare. Ha raccontato ai suoi sostenitori che quella famosa ustione con la borsa dell'acqua calda poteva essere pericolosa: «Pensate se invece di aprirsi verso il collo, la borsa dell'acqua calda mi avesse scottato il pisello...». Poi ha risposto ai contestatori: «Vedete qual è la differenza tra noi e loro? Noi non faremmo mai una contestazione a un loro comizio, mentre questi qui sono incazzati già dalla mattina quando si guardano allo specchio...». Il Cavaliere quindi ha toccato i temi politici: «Sono intimamente convinto che Prodi a gennaio andrà a casa». «Alcuni senatori - ha aggiunto - sono stati comprati con provvedimenti in Finanziaria. Avevo tentato di portare da questa parte alcuni senatori che mi dicevano peste e corna della sinistra». Ma, ha rilevato, «alcuni di loro sono stati comprati con provvedimenti in Finanziaria, ad esempio con 31 milioni di euro stanziati per i senatori eletti all'estero». «Altri - ha proseguito - sono stati filmati, pedinati e interrogati da pm e sono venuti fuori intimoriti e hanno cambiato parere. Altri ancora hanno subito interventi indicibili». «Io - ha concluso - sono comunque convinto di aver fatto il mio dovere ed anche se non è andato a buon fine il mio tentativo, due partiti della sinistra si sono staccati dalla maggioranza e sono perciò intimamente convinto che il governo Prodi a gennaio andrà a casa». Infine ha toccato il tema delle intercettazioni: «C'è una volontà di gogna e di gettare fango». «Non si può accettare un'intromissione così violenta nella nostra vita privata». «Ma la cosa più grave - ha proseguito - è che vengano messe sui giornali conversazioni tra due privati senza che ci sia nessun reato». Dopo aver ricordato che «la privacy è un diritto fondamentale dei cittadini in una democrazia», il Cavaliere ha ribadito che nella sua conversazione con l'ex manager Rai, Agostino Saccà, non c'era nulla di male: «Ho solo dato una mano a trovare lavoro a qualcuno che non l'aveva». «Chi ha avuto la disgrazia di finire in un'aula di giustizia - ha concluso - per dire di no ai teoremi dei pm deve essere un eroe».

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