Prodi: «Fare gli scatoloni? Non ci penso neanche»

[...] nel corso di «Che tempo che fa?»: «Presidente - chiede - lei ha gli scatoloni già pronti?». E il premier non si scompone: «Assolutamente no, non ci penso neppure». Il Prodi che partecipa alla puntata della trasmissione di RaiTre è sempre lo stesso. Prova ad essere rassicurante, nega i problemi, sguscia sui temi fondamentali. Per esempio fa finta di non aver sentito una domanda sul treno Lecce-Roma che ha impegato quindici ore per arrivare a destinazione. Costretto a dare una risposta ricorda: «Ma c'erano anche migliaia di treni che viaggiavano». Se la prende anche con i giornali, un vecchio vizio dei governanti, che non si occupano dei veri problemi del Paese, contesta la retorica della «depressione» e della continua emergenza. Esordisce scherzando. Fazio domanda: «Quando cade?». E Prodi risponde: «La data è domani, è sempre domani visto che se è sempre domani può anche durare in eterno». Si fa più serio e spiega: «Ho vinto le elezioni, la coalizione ha ancora i suoi voti e io penso che si debba andare avanti ancora perché questa è la volontà popolare. Cosa farò dopo? Vado ad insegnare scienza delle coalizioni». Si sente forte e avverte: «Adesso posso dire che l'attività è armonica, la squadra funziona». E rileva: «La coalizione ha comunque lo stesso numero di voti che aveva il giorno dopo le elezioni, non c'è stato nessun cambiamento. Penso che si debba andare avanti perchè questa è la volontà popolare». Si crede eroico: «Rischio e continuerò a rischiare per cambiare il Paese». Passa alla promesse: «So che i salari sono bassi, ma le prime risorse le abbiamo dovute dare prima alla parte più povera: alle pensioni miserabili, agli incapienti, alle famiglie con quattro figli, ma se continua questa lotta all'evasione fiscale si andrà alla riduzione delle imposte sul lavoro dipendente». Prodi ha anche un pizzico di volgarita quando cita «la frase di un sindaco di New York: "Non c'è un modo democratico o un modo repubblicano per pulire i cessi"» per ricordare che c'è anche l'ordinaria amministrazione nella vita politica. Si parla di Pd: «La tragedia di questo paese, da secoli, è questa eterna divisione, prima tra guelfi e ghibellini, oggi tra cattolici e laici. Non bisogna stupirsi dei contrasti che emergono anche all'interno della costruzione del nuovo partito. Bisogna, però, ribadire il concetto della laicità dello Stato: dare a Cesare quel che è di Cesare». Infine, la legge elettorale: «Può andare in porto», premette il premier. Mi auguro che vada avanti, anche se ci saranno delle difficoltà perché sul tema della legge elettorale si scontenta qualcuno».