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Il babà del Cavaliere: 50 euro e mancia per tutti a San Pietro

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[...]Bondolfi, torrefazione e pasticceria a Porta Cavallegeri, pochi avventori che si riscaldano con una bevanda calda. Entra un signore ben vestito, alto, che si guarda intorno e poi si rivolge alla cassiera: «Sta arrivando il Presidente». Abituati a servire cardinali e monsignori, nessuno si scompone, solo un interrogativo: «Quale presidente». La risposta è quasi sussurata: «Il dottor Silvio Berlusconi». L'ingresso è da gran divo. I banchisti quasi non ci credono, gli avventori sono emozionati. Una signora si affretta a chiamare la mamma, grande fan del Cavaliere e poi osa passare il cellulare a Berlusconi. Lui non si tira indietro e parla con la donna al di là dell'apparecchio. Poche battute: «Signora torneremo al governo e vedrà andrà tutto meglio», la tranquillizza Berlusconi. Il Cavaliere ordina un «babà» e un cappuccino. Il bar è tutto in agitazione. Dal laboratorio esce il pasticcere: «Silvio, qui siamo tutti lavoratori. Ci alziamo presto e stiamo in piedi anche quattordici ore al giorno». Il Cavaliere risponde pacato e sorridente: «Lo dica a me che ho iniziato a lavorare alle sette e questa è la mia prima pausa. Il mio pranzo è questo babà prepararato da lei». Fuori dal bar nessuno si accorge di nulla: le guardie del corpo fanno discreta difesa alla «merenda» del presidente ma dentro il bar ormai è un delirio. Tutti vogliono parlare con lui, salutarlo. Ma il tempo stringe. La pausa è finita e Silvio Berlusconi saluta tutti con il suo sorriso accattivante. In pochi però riescono a stringergli la mano. Il Cavaliere esce e lascia ai suoi bodyguard il compito di pagare il conto con una raccomandazione: «Lasciate loro la mancia». Una banconota da 50 euro scivola sul piatto della cassa ma chi l'ha depositata non aspetta il resto. È già nell'Audi, di scorta al Cavaliere.

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