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Silenzio. Parla solo Giulietti. In casa diessina tutto tace ...

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Poi berlusconiano, tanto da confessare pubblicamente di aver votato Forza Italia. Insomma, non è Deborah Bergamini, l'assistente del Cavaliere poi divenuta direttore del marketing Rai. Saccà è un berlusconiano di passaggio. Non è un caso che stavolta la Quercia abbia usato i guanti bianchi: nessun commento, nessun attacco. E non solo perché molto legato all'ex braccio destro di D'Alema, Claudio Velardi, ma anche perché appena sette mesi fa i diessini facevano la fila a chiedergli una fiction per i loro gusti. Tutto alla luce del sole, sia chiaro. Tutto è avvenuto il 3 maggio, in commissione di vigilanza Rai dove Saccà si presenta con un bilancio clamoroso: «Quando si parla di Rai Fiction, si parla di qualità - esordisce l'ex direttore generale di viale Mazzini -. Si possono constatare i successi straordinari di cui parlo: delle 25 fiction - i primi 25 titoli della stagione passata -, 24 sono della Rai e uno solo della concorrenza. Delle prime 50, 46 della Rai e 4 appena della concorrenza». Ma in commissione tutti hanno un piccolo desiderio. Il radicale Beltrandi vuole la fiction su Enzo Tortora, Franca Rame aggiunge: «Complimenti, direttore Saccà: dalla sua audizione traspare un grande amore per il suo lavoro». Poi prende la parola Fabrizio Morri, fedelissimo di Fassino e premette; «Lei è il direttore del settore fiction - ovvero uno dei comparti più positivi della Rai - dove si raccontano belle storie, che riusciamo a vendere anche all'estero, dando un'idea della nostra cultura». Quindi avanza la sua richiesta: «A mio avviso, bisognerebbe forse produrre qualcosa di più sul terreno dell'integrazione, per mandare alla nostra comunità nazionale un messaggio che, peraltro, partirebbe da operatori culturali e da produttori che vivono in uno dei grandi Paesi industrializzati». Poi un altro piccolo desiderata: «Abbiamo la necessità di ricostruire, anche in forma più condivisa, episodi della storia nazionale in modo pluralistico». Quando tocca a a Beppe Giulietti, un tempo della sinistra diessina, il deputato avverte: «Condivido alcune delle considerazioni qui svolte». E si va avanti con la sua richiesta: «Non ritiene, direttore, che potrebbe essere interessante, ad esempio, che il mondo del lavoro, grande escluso, tornasse ad essere protagonista?». F. d. O.

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