L'ultima fiction di Saccà: si autosospende
[...] vicenda di corruzione e portata agli onori della cronaca da Repubblica. Vicenda che vede coinvolto anche l'ex premier Silvio Berlusconi. Così dopo Deborah Bergamini, la quale non si è autosospesa ma è stata messa da parte dall'Azienda, un altro dirigente di viale Mazzini è costretto a passare la mano. Un coupe de theatre degno delle Fiction di cui Saccà è responsabile dal 2003 per la Rai. In realtà il sentore che al settimo piano di viale Mazzini si stesse muovendo qualcosa c'era da tempo. Già all'indomani della pubblicazione delle indiscrezioni sull'indagine si vociferava di provvedimenti di sospensione per l'ex direttore generale. E proprio ieri mattina Saccà era stato ascoltato dall'internal audit di viale Mazzini e qui gli era stata annunciata l'intenzione di procedere nei suoi confronti come nel caso della Bergamini, e cioè con una misura cautelare di sospensione in attesa della conclusione delle indagini interne. Sospensione quindi nell'aria, che in seguito prima dal direttore generale Cappon e poi, senza troppi giri di parole, dal presidente della Rai, Claudio Petruccioli era stata confermata. Proprio l'ex senatore diessino spiegava che «mi sembra chiaro che data la situazione che c'è, il dottor Saccà non può continuare a svolgere la sua attività come fa ora». E se questo non bastava a rendere chiara la situazione Petruccioli usava un'immagine alquanto suggestiva: «La Rai non è altro che un'automobile che va lungo una strada. Se buca una gomma, la sostituisce». E così prima di essere sostituito Saccà ha deciso di farsi da parte. Una scelta che come ha precisato il suo legale è «a tutela della propria immagine, della sua onorabilità e integrità e consapevole della necessità di garantire gli interessi dell'azienda». Decisione che il consigliere d'amministrazione Giuliano Urbani commenta come «raro eccesso di sensibilità». Mentre Sandro Curzi, parla di una misura «necessaria» ed «a garanzia di tutte le persone coinvolte in vicende che possono in qualche modo danneggiare la Rai». Sul fronte politico, invece, il centrosinistra attacca ritornando alla carica per chiedere l'approvazione della riforma Gentiloni in Parlamento. Proprio il ministro delle Comunicazioni dice che «c'è bisogno di cambiare le regole perché la Rai è un'azienda che rischia di rimanere troppo ferma e troppo condizionata dalle pressioni politiche». Nel centrodestra invece il presidente della Vigilanza Mario Landolfi frena e precisa che il ddl sulla governance Rai va prima «depurato, riformulato e ripresentato» e poi «ne discutiamo». Infine dalla Procura di Napoli fanno sapere di aver chiuso le indagini preliminari. Due i capi di imputazione entrambi legati all'ipotesi di corruzione. Nel primo si farebbe riferimento al presunto versamento di circa 200mila euro legato all'attività della «Bavaria Film» per la produzione di fiction destinate alla Rai. Denaro che avrebbe visto come destinatario, secondo gli inquirenti della procura di Napoli, proprio Saccà. Il secondo capo d'imputazione invece si riferirebbe all'ipotesi di corruzione collegate alle presunte raccomandazioni fatte da Berlusconi a Saccà a favore di alcune attrici. Rimane, invece, fuori l'altra vicenda in cui sarebbe coinvolto Berlusconi circa le presunte offerte fatte al senatore Nino Randazzo per far cadere il governo Prodi.