Adesso basta. Se vertice di maggioranza ci deve essere, e ...
Non ha nessuna intenzione di «cadere nella trappola tesagli ad arte da alcuni alleati». È questo, a quanto si apprende, il refrain che il segretario del Pd, negli ultimi giorni, ha detto e ridetto con i suoi. Ma, poiché la posta in gioco è troppo alta e troppo importante, cioè fare le riforme essenziali per il Paese, attraverso la massima convergenza tra maggioranza e opposizione, Veltroni ha preferito incassare e proseguire la strada intrapresa privilegiando il dialogo, perché, come ha spiegato in conferenza stampa, «l'obiettivo è l'interesse del Paese». Fino a ieri, dunque. Gli attacchi ripetuti da parte dei suoi stessi alleati, ultimo quello del Guardasigilli Clemente Mastella, e la richiesta di un vertice di maggioranza sulla legge elettorale, per mettere spalle al muro il segretario del Pd, lo hanno indotto a rompere il silenzio, seppure con la precisazione «io non partecipo a questi giochetti, al teatrino della politica, faccio finta di non sentire». E così, il segretario del Pd prende al volo l'occasione offertagli da una domanda in conferenza stampa per lanciare il suo affondo agli alleati: premettendo che la decisione spetta a Prodi, «se se ci dovrà essere un vertice, questo dovrà essere una verifica complessiva sull'azione del governo, perché se si sta al governo ci si sta coerentemente e lo si sostiene». I giornalisti gli chiedono dell'ultima presa di posizione di Mastella che ha annunciato l'intenzione di non andare più a Palazzo Chigi. Veltroni non si scompone: «C'è chi urla e c'è chi porta la croce. Noi - aggiunge - siamo nella seconda posizione». Quanto al confronto sulla legge elettorale «noi - sottolinea il segretario del Pd - abbiamo mostrato il massimo rispetto per tutti gli interlocutori, e per tutti la stessa attenzione. Se si vuole fare sul serio, però, non ci si alza tutti i giorni». «Non si può fare - rileva - che ogni giorno si alza un ministro e dice: "Domani è un altro giorno". In ogni caso per me a gennaio è possibile un forte rilancio dell'azione di governo». Ma il segretario del principale partito della maggioranza spinge l'acceleratore anche su altri temi. Come quelli economici: «Le parti sociali si guardino in faccia per dar vita ad un patto sulla crescita e lo sviluppo». Per Veltroni «se il Paese non cresce abbastanza, non è colpa dei sindacati, ma di un assetto istituzionale che comporta la fatica di prendere decisioni».