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Bertinotti sfratta Prodi

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FaustoBertinotti lancia il proprio avviso di sfratto al governo e lo fa in grande stile. «Dobbiamo prenderne atto - esordisce -: questo centrosinistra ha fallito. La grande ambizione con la quale avevamo costruito l'Unione non si è realizzata». Parole dure condite da una citazione che lascia poco spazio all'immaginazione: «Come vedo Prodi? Con tutto il rispetto, di lui mi viene da dire quello che Flaiano disse di Cardarelli. È il più grande poeta morente...» Insomma per il presidente della Camera il futuro è segnato tanto che, spiega, Rifondazione è già oltre l'Unione. Una prospettiva che, se scatena commenti entusiastici nel centrodestra, agita e non poco la maggioranza. Tutti, con toni più o meno duri, attaccano Bertinotti. «Se con le sue dichiarazioni vuole mandarci a dire che il Prc ha voglia di tornare ad avere le mani libere e di tornare all'opposizione - commenta il ministro della Famiglia Rosy Bindi -, è una scelta non condivisibile, ma comprensibile». Mentre il titolare del dicastero dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani invita Bertinotti a «dirci se mai troverà un presidente del Consiglio più a sinistra di Prodi». Clemente Mastella è invece l'unico che, almeno pubblicamente, scomoda i fantasmi del '98. «Se vuole ripetere quell'esperienza - attacca il Guardasigilli - ce lo dica subito. Perché qui appare all'orizzonte la stessa vicenda del '98. Se il governo è in pericolo di vita è meglio andare alle elezioni». Ma il commento più duro arriva dal segretario del Pd Walter Veltroni che, convintamente, scende in campo a difesa del Professore. «Indebolire il governo oggi - avverte - significa mettere a rischio la possibilità di varare la riforma elettorale, che è uno degli interessi del Paese. Indebolire il governo in questo momento significa non solo fare un grande favore al centrodestra, ma anche rischiare di rendere più difficile un cammino». E a chi gli prospetta l'ipotesi di una verifica a gennaio replica: «La parola verifica mi fa venire il mal di fegato». Toni molto diversi da quelli usati da Palazzo Chigi che, forse anche per ragioni istituzionali, evita di polemizzare con Bertinotti («la sua è un'intervista» l'unico commento) e rilancia: «Come evidenziato anche da alcuni ministri, non c'è dubbio che il governo sta lavorando in direzione giusta ma, nonostante questo, bisogna accelerare il percorso e a gennaio, come già detto, ci sarà un punto sull'azione complessiva dell'esecutivo». «Vale - si spiega nel consueto briefing serale - quello che avevamo già detto e cioè che a gennaio si farà un punto sull'azione complessiva del governo e questo è stato detto perché noi riscontriamo l'esigenza di fare questo». Certo, ammettono le stesse fonti, «le valutazioni da ogni parte vengono tenute in considerazione ma, come è stato sottolineato oggi da molti ministri, non c'è dubbio che il governo è nella direzione giusta».

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