Rai, Petroni batte Padoa Schioppa
[...] sospensiva presentata dal ministro Padoa Schioppa contro la sentenza di due settimane fa del Tar del Lazio che disponeva il reintegro a viale Mazzini di Petroni. Una cocente bocciatura per Tps, che assume contorni preoccupanti in vista del giudizio di merito che sempre Palazzo Spada dovrà emettere. Infatti sarà abbastanza difficile che in quell'occasione i giudici accettino il ricorso del ministero. Una vicenda iniziata lo scorso 10 settembre con la sostituzione del consigliere d'amministrazione nominato dall'allora ministro Siniscalco con Fabiano Fabiani. In effetti la situazione non è chiara e a viale Mazzini si tenta di capire quali dovranno essere le decisioni da prendere. Infatti è evidente che il Cda non potrà rimanere inerte fino alla decisione finale del Consiglio di Stato. Proprio il presidente Petruccioli prima della decisione dei giudici di Palazzo Spada aveva precisato: «Il problema riguarda il nono consigliere, se la richiesta viene accolta sarà automaticamente Fabiani se viene respinta rimarrà Petroni». Posizione condivisa anche da Sandro Curzi che dice: «Ciò che è chiaro è che tornerà Petroni. Sulle modalità, credo che dobbiamo aspettare di capirci un pò di più». Qui, infatti, sta il nodo. Dal fronte Petroni i suoi legali chiariscono che «dal momento che il Tar ha annullato l'atto preliminare, cioè la decisione del ministro di revocare il consigliere, cadono tutti gli atti consequenziali». Quindi «Petroni può rientrare a viale Mazzini già domani». Analisi che però a via XX Settembre ed in Rai non condividono. L'altra tesi, infatti, sarebbe quella della necessità della convocazione di una nuova assemblea dei soci per il reintegro di Petroni. Ombre, quindi, sui tempi del ritorno a viale Mazzini come fa notare anche Giuliano Urbani, consigliere Cda di Forza Italia: «Restano i dubbi sul quando e sul come, ma sul fatto che Petroni sia parte integrante del cda Rai c'è la certezza assoluta». Nel centrodestra, invece, non ci sono dubbi sull'imputato numero uno di questa crisi: il ministro Padoa Schioppa. Quasi unanime la richiesta di dimissioni con i gruppi dell'ex CdL al Senato che chiedono che il ministro riferisca in Aula. Dalla Vigilanza il presidente della Commissione, Mario Landolfi, precisa che il ministro dovrebbe «trarne le conclusioni» dopo questo «micidiale uno-due» che «ha sconfessato la sua manovra di precostituire una maggioranza in Cda funzionale agli interessi del governo in carica». E Paolo Bonaiuti, vicepresidente della Vigilanza, rincara la dose: «Dopo quest'ultima clamorosa sconfitta, il ministro dell'Economia Padoa Schioppa dovrebbe togliere subito il disturbo dal governo». L'Udeur, con Antonio Satta chiede l'azzeramento del Cda «ormai del tutto delegittimato. Dunque che cosa ci sta a fare? Petruccioli e compagni non sentono l'esigenza di dare spazio ad altri che godono di un consenso più ampio? - conclude Satta - Le regole sono state sovvertite, e questo sembra importare a pochissimi, ma almeno si abbia il coraggio di ammettere che la sentenza del Consiglio di Stato ha dato il colpo di grazia a questo cda che ora è più che mai zoppo». Una conferma che anche sulla Rai l'Unione è divisa.