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Fini, un altro passo verso il Cav:

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Gianfranco Fini

«Mi piacerebbe riannodare il dialogo con Berlusconi ma dica cosa vuole fare»

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[...] qualche apertura. Stavolta lo ha fatto con un'intervista al settimanale «Tempi». «Mi piacerebbe riprendere il filo del dialogo con Berlusconi — ha spiegato — ma il Cavaliere dica cosa intende fare. Al di là delle schermaglie sulla legge elettorale». «Da parte mia non c'è alcuna intenzione di chiudere al dialogo», ha proseguito. Anzi, «mi piacerebbe riprendere il filo del dialogo. Però anche Berlusconi ha i suoi difetti. Se pensa di porre fine al casino con una pacca sulle spalle e amici come prima, no, non ci siamo». Secondo Fini quella tra An e Forza Italia «mica è una questione personale di amicizia o di età. È una questione connessa alla condivisione o meno di valori, programmi, strategie». «Condividere — sottolinea ancora l'ex ministro degli Esteri — non vuol dire imporre. Vuol dire discutere e trovare un punto di sintesi». Del resto, è il pensiero di Fini, riallacciare subito il rapporto privilegiato con Alleanza Nazionale converrebbe anche allo stesso Berlusconi. «È chiaro che se Berlusconi pensa e dice: "Ma da soli dove vanno? Tanto io sono una potenza, sono io che ho in mano il pallino, la macchina da fuoco", io gli rispondo: verissimo, tu da solo magari arrivi anche al 35 per cento, ma poi là ti fermi. Vuoi trattare dopo perché adesso non vuoi farlo per orgoglio? Auguri». Dietro lo strappo con Silvio Berlusconi non c'è alcuna ripicca, ma «è chiaro che annunciare in maniera così repentina, senza che nessuno ne sapesse nulla, con modalità abbastanza originali, la nascita di un nuovo soggetto politico in cui tutti dovrebbero confluire ha rappresentato un ostacolo. E questo ostacolo c'è ancora». «Al tempo stesso — spiega ancora Fini — non c'è dubbio che poi occorre la capacità, se c'è, e in ogni caso la volontà, di andare al di là della forma e guardare alla sostanza». E per andare al di là della forma e occuparsi della sostanza del centrodestra, Fini si dice disposto anche a «superare la schermaglia quotidiana sulla legge elettorale». Perché «la sostanza», lascia intendere il presidente di An, non è il sistema tedesco o quello spagnolo, ma «è strettamente legata a che cosa si intende quando si dice: "Facciamo un soggetto politico". Un soggetto politico è un insieme di uomini e di donne che ha delle regole di funzionamento. Ed è definito da valori di riferimento e da un programma per cui impegnarsi. Il popolo di centrodestra ci vuole uniti, ma uniti su cosa e uniti per fare cosa? E se dobbiamo dar vita a un processo unitario del centrodestra, quali sono le regole con cui si arriva a questo processo unitario?».

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