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Fabio Perugia [email protected] Si torna a firmare. ...

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Quasi tutti. Perché se il 17 e 18 novembre scorso le otto milioni di firme erano di elerrori di FI, dei Circoli, di qualche ex del centrosinistra e di molti, molti simpatizzanti di An, qualcosa ora è cambiato. Nella Capitale, sotto i tendoni bianchi dove sventola la bandiera di FI, non si vedono più gli italiani di Alleanza nazionale. No, non ci sono. Nel primo pomeriggio, a Piazza San Lorenzo in Lucina, i responsabili della raccolta firme per decidere quale nome dare al Pdl (Popolo o Partito della libertà?), dicono di aver visto compilare almeno seicento schede. Ma sono tutti «tifosi» di Forza Italia, «sperano in una svolta di Berlusconi - dicono gli organizzatori - poi tanta gente dei Circoli. Quelli di An? In tutta la giornata ne ho visto uno, al massimo». E non mentono. Di elettori di Fini non si vede l'ombra. «L'ultima volta ho votato Forza Italia - racconta la signora Lucia, abruzzese, in gita a Roma - Io sono una di Berlusconi, sono proprio innamorata di lui», continua a spiegare mentre il marito confessa di essere un socialista che ha comunque firmato per scegliere il nome del Pdl. E anche se l'affluenza ai gazebo non è la stessa di due settimane fa (molti hanno espresso la propria preferenza su internet), il maggior successo si è riscontrato agli stand dei Circoli della Brambilla. A largo Goldoni, Vanni e Giovanna si dichiarano elettori di FI, sul nome lui preferisce Popolo, lei Partito. Anche Marco ha fatto questa scelta, perché «di fatto questo che sta nascendo è un partito - spiega davanti al gazebo dei Circoli - quindi è inutile confondere le idee. Così da una parte c'è il Pd e dall'altra il Pdl». Anche a largo Goldoni, dicono gli organizzatori, non si sono visti elettori di An. A piazza Euclide è un successo. Durante la giornata qualcuno ha dovuto attendere anche 15 minuti in fila prima di firmare. Arriva pure Antonio Tajani. Qui la gente lo conosce. Lo saluta affettuosamente, gli molla una pacca sulla spalla. «Antò, ma quando li mandiamo via 'sti farabutti», gli dice Paolo B. Intanto un altro ragazzo si ferma col motorino e la figlia davanti allo stand. «Ho firmarto pure la volta scorsa - dice Alessandro V. - e sono uno di FI». Per tutta Roma le scelte dei cittadini proseguono. A viale Parioli, piazza Buenos Aires, all'Eur, Nomentano, Settebagni, piazza Santa Maria in Trastevere. Ma tutti sono scesi di nuovo in strada non solo per dare un nome dal Pdl, ma per ribadire solo una cosa: «L'importante è sbattere fuori questi cialtroni», dice Umberto Z. «Vogliamo la soluzione ai problemi, non quelli che litigano per le poltrone», alza la voce Francesco D. Allora tutti, o quasi tutti, ai gazebo. E oggi si replica, ma a quanto pare gli elettori di Fini resteranno in poltrona.

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