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Fabio Benvenuti LATINA Il progetto politico di Berlusconi ...

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Una platea non casuale: nella provincia a sud di Roma gli azzurri sono di gran lunga il primo partito e a Fondi è quasi un plebiscito, con il 65% toccato alle ultime elezioni amministrative. Questa è la terra del senatore Claudio Fazzone, dietro questi risultati c'è soprattuto la sua mano, una impronta che a fine giornata gli farà guadagnare la quarta riconferma per acclamazione nel ruolo di coordinatore provinciale del partito. Il collegamento in videoconferenza con Berlusconi era il pezzo forte dell'appuntamento politico pontino, ma problemi tecnici alla fine hanno indotto il Cavaliere a non deludere la platea materializzandosi solo attraverso il telefonino dell'europarlamentare Antonio Tajani, presente in sala, accostato al microfono. Scoppiettante l'esordio del leader azzurro che, dopo i saluti di rito, piazza subito il primo affondo. Lui sa come infiammare la sua gente: «Andremo avanti con il nostro progetto politico con o senza la partecipazione degli alleati, da cui non accettiamo diktat che rallenterebbero soltanto l'azione di opposizione al governo». Una entrata a gamba tesa che strappa solo applausi, visto che quei pochi rappresentanti dei partiti alleati hanno già in gran parte lasciato la sala di Villa Paola, stracolma ben oltre i suoi seicento posti. E per galvanizzare l'altra metà del cielo, Berlusconi non si lascia sfuggire l'occasione per ribadire che «il partito deve vestirsi maggiormente di rosa», prima di chiosare sulla legge elettorale: «Ci batteremo per una riforma che premi le grandi coalizioni, per evitare che gli estremismi su entrambi i fronti possano condizionare, in virtù della loro pur minuscola rappresentanza, l'azione poltica». Il sorriso di Tajani, giunto a Fondi per presiedere il congresso e ritrovatosi inatteso mediatore del suo presidente, è il puntuale commento alle affermazioni in serie in puro stile berlusconiani: temi forti, conditi da battute e larghi sorrisi filtrati dal telefonino che contagiano il popolo azzurro presente. Ed il Cavaliere non si lascia scoraggiare neppure dai capricci della linea telefonica, che più volte interrompe la conversazione. «Qualsiasi prossima competizione elettorale sarà preceduta nel nostro partito dalle primarie», è la nuova pesante affermazione lanciata a una platea pronta più ad interrompere il Cavaliere con applausi che cogliere la reale portata delle sfumature presenti nelle pieghe di quell'intervento. Dopo ventotto minuti di discorso, poco prima delle 18, il momento dei saluti è coronato da un lungo applauso e preceduto dalla promessa che il nome del nuovo partito sarà scelto dagli elettori all'inizio di dicembre, attraverso quegli stessi gazebo che hanno accolto otto milioni di firme per mandare a casa Prodi. Una lusinghiera concessione ai rappresentanti locali del partito, ringraziati a dovere, poi l'investitura telefonica del senatore Claudio Fazzone e un'altra promessa: quella di venire a Latina entro quindici giorni. Una visita ufficiale da queste parti il Cavaliere non l'ha mai fatta. Sarebbe un evento per la provincia pontina ma forse quel giorno Forza Italia sarà già un'altra cosa. Almeno nel nome.

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