La politica, quella «tradizionale», può aspettare. E poi, ...
La passione per il suo mestiere è più forte delle «sirene» del Palazzo. «In questi giorni - dice partecipando ad un convegno sull'industria manifatturiera a Prato - il mio nome è stato usato diverse volte in relazione alla creazione di una nuova forza politica. Con il massimo rispetto verso le persone che hanno fatto il mio nome, il mestiere di imprenditore e di manager che mi ha regalato tante soddisfazioni, continua ad essere il punto di riferimento della mia vita professionale». Oltretutto, spiega il leader di viale dell'Astronomia «i partiti non sono l'unico mezzo per fare politica». O almeno non sono l'unico mezzo per fare la politica che piace a Montezemolo, «la sola - spiega - che continuerò a fare»: lavorare per «uno shock di modernizzazione del Paese». Che tradotto vuol dire: modernizzare i rapporti tra lavoratori e aziende; assistere le piccole imprese nel processo di internazionalizzazione; spingere merito e concorrenza. E, al di là dei temi strettamente economici che gli competono nella sua veste di numero uno delle imprese, fare «una politica che si confronti con le sfide del mondo reale», che si occupi dei cittadini, della loro sicurezza, del loro tenore di vita. Purtroppo continua per il leader di Confindustria, «l'Italia non è governata da troppi anni» e, talvolta, «pare di assistere ad un film di fantascienza dove importanti protagonisti del mondo politico degli ultimi 10 anni sembrano marziani appena arrivati in Italia da una galassia lontana e si trovano a commentare fatti di un mondo distante e sconosciuto». E qui Montezemolo non risparmia nessuno anche se l'avvertimento principale è per il governo alle prese con un complicata trattativa interna per cercare di portare a casa il protocollo sul welfare. «Su questa vicenda - incalza - è in gioco la credibilita dell'esecutivo. Noi imprenditori non ne possiamo più di questo modo di affrontare questioni fondamentali per il Paese. Ancora una volta forze politiche che fanno parte del governo che ha promosso questo importante accordo cercano dal giorno dopo di metterlo in discussione. Approvare una norma che non rispetti fedelmente il protocollo vuol dire uccidere per sempre la concertazione». Certo, aggiunge il numero uno di Confindustria, gli industriali hanno «il massimo rispetto delle prerogative del Parlamento», ma la politica non deve «prendere in giro» nessuno. E in particolare il Pd «deve ora confermare nei fatti la vocazione di partito moderno e riformista». Parola di imprenditore. Ma se non gli ha risparmiato critiche la sinstra estrema, il ministro Ferrero prima di tutti, continua a sperare nella Cosa Bianca l'Udc. Luca Volontà ha apprezzato molto dell'intervento di Montezemolo. Bruno Tabacci dice: «Montezemolo ha detto che non spetta a lui organizzare le condizioni politiche più adatte, ma un domani, se queste condizioni si realizzassero...». Resta fredda e distaccata, invece, Forza Italia.