Fabio Perugia [email protected] «Meno tasse, più ...
Vuole una svolta Giovanni. E subito. La vuole e confida nell'aiuto di Silvio Berlusconi. «Sì che sono contento di quello che ha fatto, io ho già firmato al gazebo. Se non ci sbrighiamo, questi qua ci rovinano. Stanno dando da mangiare a tutti». Giovanni è un pensionato. È uno dei centocinquanta abitanti di Garbatella che venerdì pomeriggio si sono riuniti a via Ansaldo, in un piccolo locale seminterrato, ma luminoso, sede degli azzurri. Una specie di riunione di quartiere. Gente vera, problemi reali, di tutti i giorni. Forza Italia decide di parlare con loro prima che con gli altri partiti di centrodestra. Riparte dal basso. Dalla base. Per capire cosa cercano le persone, cosa pensano del Pdl, cosa vogliono dal Pdl, quale nome vogliono dargli. Forza Italia riparte dal Popolo. Anche Antonio Tajani torna tra le quattro mura che l'hanno visto muovere i primi passi all'interno di FI. «È come nel 1994 - dice agli abitanti di Garbatella - Abbiamo idee, vogliamo cambiare, vogliamo costruire il futuro, fare qualcosa di nuovo. E Berlusconi non si è rinchiuso nel Palazzo - spiega - ma è sceso in mezzo alla gente. Vogliamo garantirvi libertà e futuro». Tajani «testa» per la prima volta i cittadini. Spiega i progetti, il futuro del nuovo partito. Chiede a loro cosa ne pensano. «Mi sta bene, sono contenta che abbiamo cambiato nome - dice Maria Teresa - vorrei tanto stringere la mano a Berlusconi». «Spero che questo partito - chiede invece Mafalda - mi possa restituire la possibilità di camminare serenamente per le strade. Mi piacerebbe anche che i prezzi calassero, così non dovremo rinunciare a tutto per stringere i denti, ma ci toglieremo qualche sfizio». Meno tasse, pensioni defiscalizzate, difesa degli interessi nazionali, più sicurezza. I primi a confrontarsi con gli esponenti del futuro Pdl chiedono questo. E sul nome non hanno dubbi: «Si dovrà chiamare Popolo della libertà, la parola "partito" inizia a darci fastidio». Ma a via Ansaldo su un'altra cosa sono tutti d'accordo: la strategia di rinnovamento di Berlusconi è quella giusta. E tutti vogliono dire la propria opinione: «Sono preoccupatissima per gli italiani - allarma la signora Maria che è seduta in sala - serve una politica di immigrazione adeguata, più sicurezza». «Siamo stanchi di tante promesse», ribatte un altro dal fondo dello stanzone. Anche Franco non si tira indietro e avverte: «Invito il popolo a non abboccare alle caramellucce. Questa sinistra ci sta inzozzando davanti all'Europa. So i maestri del gioco delle tre carte. Io ci credo in Berlusconi. Rimbocchiamoci tutti le maniche, arriviamo al 51% con questo partito e così non ci rompono più i co...». Insomma, la base sembra rispondere bene al primo appello. E a Garbatella, nella sede di FI, c'è anche qualche faccia nuova. Una decina di persone che fino a oggi non sono mai entrate in una sede di un qualsiasi partito. Chiedono solo una cosa: «Visi giovani. Facciamo un po' di propaganda per loro. Servono volti nuovi».