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Welfare, il governo decide la fiducia ma non sa ancora su cosa

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Non è un caso che sulla scelta della fiducia c'è stata la «riserva» del ministro Paolo Ferrero maggiorente di Rifondazione. Al termine del Consiglio dei ministri, l'esponente della sinistra radicale ha rimarcato che non si sa ancora «su quale testo» potrebbe esserci la fiducia. «La cosa - ha detto Ferrero - è oggetto di dibattito politico». Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, ha confermato: si tratta di «una valutazione ancora da compiere». Chiti ha ricordato che sulle quattro modifiche introdotte in extremis dalla commissione Lavoro della Camera «il parere del governo è stato contrario», anche se «non ci sono stati cambiamenti all'asse finanziario». Su questo punto ha insistito anche il ministro del Lavoro Cesare Damiano sottolineando che il governo si è pronunciato contro il cambiamento della norma dello staff leasing e del job on call. Ma ha anche precisato che «questi cambiamenti non stravolgono il Protocollo che rimane nella sostanza quello concordato con le parti sociali». Rifondazione però vuole di più e non si accontenta delle modifiche introdotte alla Camera. Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato, segnala che comunque a Palazzo Madama il suo partito opererà per «migliorare» il testo uscito dalla commissione Lavoro di Montecitorio. Intanto Palazzo Chigi ha precisato che l'obiettivo del governo è raggiungere «una sintesi tra le varie posizioni in campo, un accordo il più possibile rispettoso del Protocollo». Parole generiche che testimoniano la difficoltà di assumere una linea potenzialmente sgradita all'una o all'altra delle fazioni. Ma le insidie non vengono solo dalla sinistra radicale. Sta montando la protesta dei Liberaldemocratici di Lamberto Dini. In una intervista a Il Tempo, l'ex premier avverte Prodi che è pronto a votare no se ci sarà «una resa ai comunisti». Parole che gli tirano contro l'ira del Pdci. Per Pagliarini «Dini utilizza il welfare per mettere in pratica il suo disegno politico che prevede la caduta del governo Prodi». L.D.P.

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