Niente inciuci dice l'uno. Niente inciuci risponde l'altro. ...
E sicuramente sia a Palazzo Chigi che a via della scrofa non stanno guardando con entusiasmo l'iniziativa di Veltroni e Berlusconi, non possono fare salti di gioia per il tentativo che i leader dei due principali partiti stanno compiendo per trovare un accordo sulla legge elettorale. Così, l'altra sera Prodi, incontrando le senatrici dell'Unione, ha detto chiaro e tondo: «Dobbiamo evitare il rischio inciucio». E anche Fini ribadisce lo stesso concetto: «Silvio, attento agli inciuci». I piccoli partiti temono l'offensiva dei due big. E l'inciucio, l'accordo poco chiaro, diventa la parola d'ordine di tutti i piccoli partiti, soprattutto dell'Unione. Come per esempio Alfonso Pecoraro Scanio: «Temo la volontà di Berlusconi di voler a tutti i costi l'inciucio. Non temo per ora che Veltroni lo accetti, anche se i rischi ci possono essere. Veltroni non ha nessun interesse a farlo, ma Berlusconi si gioca molto. Tutto. E anche se ci fossero rischi parziali, non credo che sia opportuno fare un sistema elettorale che faciliti l'inciucio». E Manuela Palermi (Pdci) preferisce la provocazione: «È meglio tenerci il "Porcellum" che non è una cattiva legge elettorale che questo brutto inciucio che ripercorre i tentativi della Dc». Ai cronisti che ricordano come Diliberto tempo fa aveva definito il «Porcellum» una schifezza, Palermi risponde: «Non l'aveva letto bene, e oggi l'ho convinto. Non dipende dalla legge elettorale quello che sta avvenendo». «La verità - spiega l'esponente del Pdci - è che noi al Senato abbiamo perso per 200 mila voti e non c'è stato il premio di maggioranza nazionale. Ma la legge elettorale è buona, basterebbe introdurre il premio di maggioranza a livello nazionale e, nel caso, inserire la preferenza». Fini però si spinge oltre. E fissa dei paletti: rafforzamento dei poteri del premier, riduzione del numero dei parlamentari e la modifica del bicameralismo perfetto. Che sono le riforme costituzionali che aveva chiesto Prodi. Il premier infatti aveva proposto di mettere prima mano alla Carta (l'eventuale revisione ha bisogno di quattro passaggi parlamentari, la Cdl nella scorsa legislatura ha impiegato tre anni e mezzo) e poi alla legge elettorale. Tanto che Francesco Storace ironizza: «I cosiddetti paletti posti da Fini al dialogo con Veltroni rappresentano il miglior alibi per continuare la legislatura con la sinistra al potere. Non sappiamo se è di destra o è di centro, prendiamo atto che favorisce Romano Prodi».