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Laura Della Pasqua [email protected] La partita sul ...

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Il messaggio è rivolto sia alla sinistra radicale che attende appunto il passaggio in Aula per ripresentare quegli emendamenti che sono stati bocciati in Commissione Lavoro, sia ai diniani che hanno sospeso il giudizio e minacciano di votare contro se ci saranno stravolgimenti e non sarà rispettato il tetto di spesa. A fronte di questo scenario, non è escluso che il governo per evitare complicazioni, decida di mettere la fiducia. La sinistra radicale ha fatto sapere che intende dare battaglia con lapresentazione di un'ottantina di emendamenti. Rifondazione ha detto che intende rilanciare sul cosiddetto «diritto di precedenza» per le assunzioni dei lavoratori allo scadere dei 36 mesi; si tratta di un emendamento che modifica alcune norme sui contratti a termine respinto in Commissione. Ma a far infuriare la sinistra radicale è stato soprattutto l'asse tra l'Unione la Cdl che ha consentito il passaggio di due emendamenti del centrodestra che consentono l'utilizo del job on call, cioè il lavoro a chiamata, per i lavoratori del turismo e dello spettacolo. Questo tipo di contratto non era previsto nella formula originaria del ddl sul welfare ma ora con questo emendamento viene introdotto per alcuni settori. Rifondazione, Comunisti e Verdi sono partiti all'attacco dicendo che «così è stato leso l'equilibrio del protocollo». Le altre modifiche introdotte in Commissione riguardano l'eliminazione del tetto delle 80 notti per i lavori usuranti, l'inserimento di un tetto di 8 mesi per i contratti a termine, l'abrogazione dello staff leasing e la stabilizzazione degli apprendisti. A mettersi di traverso sono anche i Socialisti che si sono astenuti nel vito finale n Commissione. Lanfranco Turci spiega che «è determinante il rispetto dell'impegno assunto dal governo in Senato, per garantire una forma di indennità di disoccupazione ai giovani co.co.pro quando perdono il lavoro. Questo problema è tuttora irrisolto». Il senatore socialista Angius rincara la dose: «Il Governo non ha mantenuto gli impegni assunti in Senato. Quella sui precari per noi è una misura determinante per il nostro voto alla Camera come al Senato. I precari sono i veri esclusi dal protocollo sul Welfare». I problemi non vengono solo dalla sinistra radicale. Il diniano D'Amico afferma che «bisogna capire come si fa ad attingere alle stesse risorse allargando la platea delle persone che hanno accesso al pensionamento anticipato». Poi ricorda che l'articolo 62 della Finanziaria ha fissato le risorse per l'accordo sul welfare, approvato con un referendum dai sindacati, e «queste risorse sono intoccabili». Lamberto Dini, Giuseppe Scalera e Natale D'Amico, che fanno parte del gruppo dei Liberal democratici, si sono riuniti con Bordon e Manzione, che hanno fondato l'Unione democratica, per valutare la possibilità di iniziative comuni creando un gruppo di pressione che al Senato.

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