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Confindustria e sindacati alle barricate contro le modifiche

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Insomma, sostiene Confindustria, il rischio è che si vada a minare «l'istituto stesso della concertazione» mentre proprio in Parlamento si introduce, «in modo inusitato» da un lato la class action che «rappresenta una grave minaccia per il sistema delle imprese» e dall'altro si limita, con l'introduzione di un tetto, il ricorso ai contratti a termine e si cancella lo staff leasing. Lo scontento di Confindustria è condiviso dai sindacati. La cancellazione dello staff leasing è infatti una vittoria di facciata visto che il contratto è praticamente inapplicato mentre preoccupano di più le deroghe all'abolizione del job on call che, di fatto, ne consentono l'utilizzo in alcuni settori. Per ora sono il turismo e lo spettacolo ma i sindacati temono che si possa aprire la falla anche nel commercio dove, da oltre 10 mesi, i circa 2000 addetti stanno cercando di rinnovare il contratto. Non a caso Confcommercio ne ha chiesto un allargamento: il lavoro a chiamata, dice, «è una forma importante di flessibilità». La Cgil teme soprattutto che l'eliminazione del tetto delle 80 notti per rientrare nella categoria dei lavori usuranti si traduca in un cul de sac. Preferirei che il «problema venisse risolto entro fine anno e che non ci si affidi alla delega, che si presta a troppe incognite» ha detto il leader della Cgil Guglielmo Epifani. Per il segretario della Uil, che giudica un «errore» la cancellazione dello staff leasing, le modifiche agli usuranti sono invece giuste perchè «non c'è nessuno in grado di sapere quanti andranno in pensione prima: abbiamo scritto 5.000 perchè - confessa Angeletti- nessuno sa quanti sono». Non piacciono al leader della Cisl, invece, le modifiche sullo staff leasing e sui contratti a termine. «Sullo staff leasing i lavoratori hanno subito un danno. Chi dice che la modifica è stata fatta in nome dei lavoratori mente» dice Raffaele Bonanni che affonda anche sui contratti a termine: «con tutto il rispetto per la sovranità del Parlamento, questo non può essere irresponsabile. Si sta seminando vento, speriamo non ci sia tempesta» aggiunge prevedendo «una tempesta assai preoccupante in Senato». Intanto sindacati e Confindustria si preparano ad aprire il tavolo sulla contrattazione: il 27 si incontreranno Montezemolo, Epifani, Bonanni e Angeletti per un primo giro di tavolo. «Il governo deve chiudere prima la Finanziaria» ha detto Epifani. La trattativa entrerà infatti nel vivo a gennaio, perchè nelle intenzioni dei sindacati la partita deve rientrare in quella più complessiva, da aprire con il governo, sulla politica dei rediti, fisco e tariffe.

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