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Fini non molla «Idee campate in aria»

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Specialmentecon la stampa ha tentato di difendere la «sua» An da un colpo troppo duro, quello della nascita del Pdl, con le carte che improvvisamente si rimescolano sul tavolo verde della politica italiana. Per due giorni ha pronunciato parole dure, che allo stesso tempo erano sembrate anche pacate. Alla fine non ha più retto. E, a sentire il senatore di Forza Italia Alfredo Biondi, alla fine ha sbottato. L'azzurro, infatti, ha rivelato che il leader di An ha tuonato contro il Cavaliere: «La favola della Cdl è finita - sono le parole di Fini riferite da Biondi - Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi. Io, al contrario di lui, non cambio improvvisamente idea e posizione...». Il senatore Biondi ha detto di aver divulgato le «testuali» frasi che il leader di An gli ha confidato: «Fini mi ha detto che con lui Berlusconi ha chiuso, che la politica è la politica e che politicamente la frattura non è più sanabile. E mi ha detto che, se Berlusconi si accorda con Veltroni, per quanto riguarda An il Cavaliere non tornerà più a Palazzo Chigi. Si ricordi che se vuole fare il presidente del Consiglio deve fare i conti con me, e poi io ho vent'anni di meno... Mica si crede di essere eterno». Parole pesanti. Toni che sfiorano la rissa. Ma secondo An è tutta una farsa. E via della Scrofa smentisce le «rivelazioni» di Biondi. In ogni caso per l'ex ministro, quello di Berlusconi «resta un colpo di teatro per uscire dall'angolo. Anche se da tempo si sapeva che lui pensava a un restyling di FI», ha spiegato facendo intendere che non è stata una sorpresa la mossa del Cavaliere e «che non ci intimidisce». Se però le dichiarazioni fatte a Biondi restano un giallo, chiaro è il gelo che c'è tra Fini e Berlusconi sulla legge elettorale. «Ha detto di essere disponibile a discutere di legge elettorale ma non di riforme - ha spiegato il leader di An - Presenta come un'autostrada l'idea di fare una legge proporzionale sul modello tedesco, senza vincoli di maggioranza e poi tutti a votare. Ma è un'ipotesi campata in aria. Se il Pd tiene fede a ciò che ha detto, è necessario fare anche piccole e essenziali riforme istituzionali. Berlusconi - ha continuato Fini - è stato ambiguo quando ha detto che è archiviato il bipolarismo. Non può essere archiviato». L'ex vicepremier è stato chiaro. Si può cambiare legge elettorale, magari puntando al proporzionale, ma ci può essere lo stesso il bipolarismo, «se poi c'è l'indicazione del premier prima delle elezioni ancora meglio». Proprio su questa di riforma Fini ha affondato il colpo. «Berlusconi si ricorda di aver sottoscritto l'accordo di Gemonio, quando dice che il sistema bipolare è archiviato? - ha chiesto - Ne ho parlato anche con Bossi. A Gemonio eravamo d'accordo che se il governo non fosse caduto, dal giorno dopo si sarebbe discusso di una legge elettorale, con l'indicazione del premier, il vincolo di maggioranza, norme di sbarramento». E se il presidente di FI vuole dialogare con Veltroni solo sulla legge elettorale, Fini rilancia ed è pronto ad aprire al Pd anche sulle riforme istituzionali. «Se il governo continua a governare, anche se per un solo voto - ha chiesto il numero uno di An - per quale motivo non dovremmo discutere di riforme istituzionali? Altrimenti raccogliamo le firme e portiamo la folla in piazza: ma la politica è un'altra cosa». La piazza e la propaganda azzurra. Questo è l'altro nodo che Fini vuole sciogliere. Nei giorni scorsi, Berlusconi ha detto di aver raccolto nei suoi gazebo tante firme di elettori di An e Udc, che avrebbero potuto confluire nel Partito del popolo della libertà. «Se Berlusconi pensa di portare gli elettori di Alleanza nazionale nel suo nuovo partito si sbaglia di grosso - ha attaccato Fini - Non considera che gli elettori sono spesso più intelligenti degli eletti». Quello che preme a Fini, ora, è cosa sarà e quali valori avrà il Pdl. Perché «An è da sempre interessata a un processo unitario del centrodestra», ma a queste condizioni non ci sta. Preferisce tenersi a distanza. E magari capire cosa ne farà del suo futuro anche l'Udc. Ieri Fini ha incontrato Lorenzo Cesa: «Quando torna Casini?». Da New York il leader Udc ha preso le distanze da An elogiando il «colpo di teatro di Berlusconi. Sono lieto della sua svolta». Cesa, invece, è convinto che «le tensioni si attenueranno». Biondi un po' meno. Per lui, Fini questa volta potrebbe decidere di rompere in modo definitivo col Cavaliere.

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