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Il Cavaliere gioca d'anticipo e porta a casa consensi

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IlCavaliere, che come uomo e polito è solito anticipare molti, ha precorso gli attimi battendo tutti sul piano della tempistica nonché della genialità mediatica, sparigliando il campo. Gli "alleati" che speravano e forse attendevano un Silvio remissivo sono rimasti spiazzati dal suo contropiede. Forse i Fini, i Casini e tutta la pletora che gira intorno a questi signori, ottenebrati dalla voglia di leadership, si erano scordati delle capacità dell'uomo che attendevano in cuor loro con atteggiamento questuante. Come se uomini di tal spessore politico potessero in cor loro fingersi che il leader naturale del centro destra girasse tra loro col piattino delle offerte. Berlusconi, intuita la prossima fine del governo Prodi, Dini infatti probabilmente lo farà cadere, ha cambiato la partita. Gli scarsi orizzonti del Governo emergono infatti chiaramente anche dalle ultime dichiarazioni di Dini «Il governo non deve modificare il protocollo perché anche da quello dipende la tenuta dei conti pubblici. Davanti a qualsiasi modifica noi liberaldemocratici voteremo contro». È l'avvertimento che ha lanciato Dini, in un'intervista, parlando di eventuali modifiche al ddl welfare in discussione alla Camera. Ma allora Berlusconi aveva già capito tutto; ora il nocciolo è quando e se gli ex alleati capiranno che il modello bipolare è stato trasformato in modello bipartitico. Se non lo capiranno le loro care preferenze andranno verso il coraggio del cambiamento che nella testa degli elettori era già necessario ai tempi dell'ultimo governo Berlusconi. Ora, anche il Cavaliere, qualora l'operazione politica vada nel segno da lui tracciato, dovrà liberarsi gioco forza di tutti quelli che all'interno del suo partito hanno rallentato i processi di cambiamento che questo paese abbisogna. L'alternativa, sarebbe deludere la sua gente, avendo anch'egli perso l'ultima giustificazione. In sostanza via gli alibi e ora che il Paese riparta.

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