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Veltroni avverte: "Nessun paletto"

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«Èprematuro dare giudizi di merito su iniziative in corso di definizione», è il messaggio che arriva dalla Presidenza del Consiglio. Ma Romano Prodi in questa vicenda appare subito messo all'angolo. L'interlocutore designato dal Cavaliere è Walter Veltroni. È lui l'uomo con cui discutere delle riforme, in particolare della legge elettorale. Prodi, allora, è già costretto a rincorrere: «Ogni disponibilità al confronto è da considerarsi in modo favorevole ma il dialogo non può avere dei "però"», sottolineano da Palazzo Chigi. Niente condizionamenti, quindi «il dialogo c'è sempre stato e va rilanciato, sulle riforme si è già lavorato in Parlamento, il fatto che dall'opposizione si parli di dialogo è un fatto positivo». Una cosa è certa. Nel centrosinistra la mossa spiazza-tutti di Berlusconi deve essere ancora valutata appieno. Emblematica la posizione del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema che parla di «una situazione complessa che va studiata prima di fare dichiarazioni troppo affrettate». Il pensiero corre però alla legge elettorale. D'Alema ricorda «di non essere mai stato contrario a una riforma del sistema elettorale basata sull'impianto tedesco». Veltroni accoglie positivamente l'apertura di Berlusconi al confronto sulla legge elettorale ma rilancia: se il dialogo lo si vuole davvero allora si fa su tutto il riassetto delle istituzioni, riforma costituzionale e riforma dei regolamenti parlamentari incluse. Ma soprattutto non può essere condizionato alla richiesta di un voto anticipato. Il leader del Partito democratico ha chiarito anche che Berlusconi non sarà l'unico interlocutore, perché visto che «la Cdl è finita» e che le forze politiche del centrodestra stanno riacquistando la «loro autonomia», riceveranno «la stessa attenzione e la stessa cura» da parte del Pd. La risposta di Berlusconi non poteva essere più esplicita: «dialogo solo sulla legge elettorale, a condizione che dopo si vada al voto, le riforme le farà il nuovo Parlamento».

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