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dall'inviato ASSISI L'una ...

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Per la Mussolini è stato un ritorno passionale al popolo di An che le ha tributato il calore di lunghi applausi, forse più di quelli riservati allo stato maggiore del partito. Per Michela Brambilla si è trattato di saggiare il feeling della platea della destra. Entrambe sobrie nel look, con pantaloni e tacchi (unica concessione al frivolo un paio di scarpe dorate con zeppa per la Mussolini) hanno scosso il pubblico toccando corde diverse. La Mussolini ha dato voce alla delusione nel partito per lo strappo di Storace ma ha evitato di entrare in polemica con quella che dentro An chiamano la «traditrice», Daniela Santanchè. «Ultimamente sono nati partiti e partitini che si richiamano ai valori della destra. Io ho pianto per An mentre altri hanno fatto piangere e dopo aver ottenuto incarichi dal partito hanno riscoperto i valori della destra, ma fatemi il piacere...». E giù applausi a pioggia che montano quando la bionda attacca la sinistra sui Rom e gli extracomunitari, quando chiama in causa «Veltroni che con faccia di gomma e buonismo ha riempito Roma di campi nomadi mettendo a rischio la sicurezza della città». Ma accalora la platea ancora di più quando affronta di petto il tema della legge elettorale. E se tra i colonnelli di An e Forza Italia schizzano scintille polemiche, lei indica una via d'uscita: «Mettiamo tutti attorno a un tavolo, nessuno credo voglia abbattere i consensi che ha la Cdl». E lancia una proposta: «Rintroduciamo il voto di preferenza. Se ci fosse già non sarebbero entrati in Parlamento i vari Luxuria e non si starebbe a discutere su quale bagno usare alla Camera ma delle priorità del Paese». E su questo la platea si spella le mani. Diverso il binario politico della Brambilla che con un «brava Alessandra, sei una donna tosta» conquista subito il pubblico. Ma la rossa parla quasi da futuro ministro. Mette in campo i temi dell'aumento della spesa pubblica, dell'indebitamento delle famiglie e delle imprese, degli sbagli del centrosinistra che ha frenato la crescita economia. Poi la sicurezza, con «la sinistra radicale che non vuol sentir parlare di tolleranza zero e ha tagliato le risorse alle forze dell'ordine». Anche la Brambilla parla di legge elettorale. «Bene il dialogo ma con una scadenza perché non deve diventare una trappola per consentire al centrosinistra di restare. Dai Circoli viene la richiesta di non stare a guardare». L. D. P.

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