Nicola Imberti n.imberti@iltempo.it «Non confluiamo da ...
«Noi con Fini - spiega il presidente dei senatori di Alleanza Nazionale - abbiamo scelto una strada diversa. Il 22 terremo l'ufficio politico, il 28 l'esecutivo e il 9 dicembre l'Assemblea del partito. Discuteremo al nostro interno e poi prenderemo delle decisioni, come si fa nei partiti tradizionali. Gli altri facciano lo stesso poi, se tutti lo vorremo, si cercherà un punto di sintesi». Insomma il Partito del Popolo Italiano delle libertà non vi entusiasma? «Senta, le polemiche all'interno del centrodestra sono nate perché noi, dopo esserci battuti con tutti gli altri per far cadere Prodi, non avendo raggiunto l'obiettivo, abbiamo chiesto di rimodulare la strategia». Berlusconi, però, non è dello stesso parere. «Berlusconi ha detto che andava tutto bene poi, a distanza di poche ore, ha annunciato la nascita di un nuovo partito. Mi sembra che anche lui, in maniera forte, abbia cambiato strategia». Scusi, ma se l'uscita del Cavaliere è una vostra «vittoria» perché la accogliete così freddamente? «I partiti sono cose complesse. Ci vuole tempo per farli nascere. Pensi a quanti anni sono serviti al Pd. Anche Forza Italia ha avuto bisogno di quasi 10 anni per strutturarsi. Mi tremano le vene ai polsi all'idea di fare un altro partito. È un'idea gigantesca». Crede che Berlusconi abbia rilanciato per rompere l'assedio di An e Udc? «Se lui ritiene che il nostro sia un assedio sbaglia. Noi abbiamo posto dei problemi politici. Personalmente mi auguro che quella del Cavaliere sia un'idea ragionata e non una reazione emotiva». Nel frattempo il leader azzurro apre al dialogo sulle riforme. Un'altra vittoria per An? «Credo che su questo punto ci sia stata poca chiarezza. Noi abbiamo sempre detto di essere disponibili al dialogo ma il problema è chi fa la proposta e come la articola. Veltroni parla a nome di tutto il centrosinistra o no? Io non gli chiedo un articolato, ma almeno due paginette per sapere di cosa stiamo parlando...»