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Prodi e Veltroni partono alla caccia del Cavaliere

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Così, a meno di 24 ore dal voto di Palazzo Madama, eccolo rilanciare sul tema delle riforme e della modifica della legge elettorale. Un affondo studiato e deciso assieme a Palazzo Chigi. Dopo aver celebrato la «vittoria» di giovedì notte in Consiglio dei ministri Romano Prodi ha infatti incontrato lo stato maggiore del Pd (con Veltroni il vice Dario Franceschini, il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro e quello alla Camera Antonello Soro) assieme ai vicepremier Francesco Rutelli e Massimo D'Alema. Circa un'ora e mezza di confronto il cui senso può essere riassunto così: ora che Berlusconi ha perso una battaglia bisogna cercare di fargli perdere la guerra. Come? Isolandolo all'interno della Cdl e costringendolo a dialogare. Per questo, usciti da Palazzo Chigi, Veltroni e Franceschini si sono presentati a Piazza Santi Apostoli dove avevano convocato una conferenza stampa. Il sindaco di Roma non ha usato mezzi termini: «Il voto sulla Finanziaria ha un significato politico che va oltre il dato di merito ed è che la famosa spallata che era stata annunciata non c'è stata». E ora? «Ora - secondo Veltroni - ci sono le condizioni politico-istituzionali perchè le riforme si facciano». A questo punto il segretario del Pd non si è lasciato sfuggire l'occasione di sottolineare come, all'interno dell'opposizione, si registrino posizioni diverse con An, Lega e Udc disponibili al dialogo e Silvio Berlusconi arroccato sulle sue posizioni. «È ovvio - ha continuato - che se Berlusconi vuole discutere e cercare convergenze sono disponibile a un incontro». Posizione ribadita in serata anche da Palazzo Chigi: «Ci sono considerevoli e apprezzate aperture al dialogo da parte di molte forze politiche. L'augurio è che queste siano di stimolo anche per chi, in questo momento, ritiene di non volere il dialogo». Ora la palla è nelle mani del Cavaliere ma l'impressione è che dalle parti del Pd, in fondo, sperino che lui declini l'invito.

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