Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il Cav vuole l'asse col Pd. Ma dopo il voto

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

Sandro Bondi lo ha accennato parlando davanti alla platea dei cristiano-riformisti di An: «Oggi non ci sono le condizioni per fare le riforme, ma nella prossima legislatura siamo pronti ad aprire una fase costituente». Parole che sono state lette come un tentativo di rassicurare gli alleati che spingono per aprire subito il confronto con l'Unione ma che, in realtà, riassumono il disegno di Berlusconi. Il Cavaliere ne ha parlato a lungo con i suoi. «Il presidente - spiega un deputato azzurro molto vicino al leader dietro promessa di anonimato - ha in mente un percorso ben preciso. Per lui la priorità è far cadere Prodi poi, una volta vinte le elezioni, Berlusconi è pronto ad aprire un confronto con il Partito Democratico sulle riforme. Il tutto ovviamente regge se Veltroni manterrà la promessa di presentarsi solo alle elezioni. Questo è il principio della Costituente di cui ha parlato Sandro: un asse con il Pd che verrebbe coinvolto anche nella formazione del governo». E forse non è un caso che, proprio ieri, rispondendo ai giornalisti, lo stesso Berlusconi abbia spiegato: «Veltroni ha parlato con nostre persone...Non c'è impedimento a parlare con lui, ma ad oggi non vedo una proposta che sia univoca dall'altra parte». Insomma a far andare su tutte le furie Berlusconi non sarebbe tanto l'intenzione manifestata da Fini e Casini di aprire un tavolo di confronto con il centrosinistra quanto la tempistica. «Non capiscono - avrebbe detto ai suoi - che con Prodi ancora in sella non si riuscirà a fare niente. Per lui sia la legge elettorale che le riforme sono solo un pretesto per allungarsi la vita». Anche per questo il leader di Forza Italia difficilmente cambierà posizione («potrebbe farlo solo se gli verrà garantita una data certa per le elezioni» spiegano i suoi). Così la priorità resta quella di far cadere il governo e dimostrare al Capo dello Stato che non esiste altra alternativa alle elezioni. Ma Napolitano non è il solo ostacolo sulla strada del Cavaliere, bisogna convincere anche gli alleati. Berlusconi sa già che questo potrà avvenire solo sedendosi tutti attorno ad un tavolo. Un tavolo a cui il leader azzurro arriverà forte della firme raccolte in questo fine settimana da Forza Italia. Un modo per ribadire a tutti che il pallino è ancora in mano sua. Nic. Imb.

Dai blog