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Bondi l'equilibrista, attacca ma tende la mano

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Prima di sferrare l'attacco, in realtà, Bondi ha fatto un po' di autocritica spiegando che se il Paese non ha ancora completato la transizione verso un bipolarismo maturo e perchè «tutti abbiamo delle responsabilità». «Forse - ha spiegato - è stato un errore di Forza Italia non appoggiare il referendum proposto da Alleanza Nazionale nel 1999. Forse è stato un errore dell'Udc reintrodurre una legge proporzionale». Anche se, spiega il coordinatore azzurro, il vero problema è stato «l'introdursi del virus del prevalere dei particolarismi di partito rispetto all'unità della coalizione culminato con la teoria delle "tre punte" che è stato fra gli elementi che ci hanno portato alla sconfitta elettorale dell'anno scorso». A questo punto Bondi parte all'attacco lancia in resta. «Se tutti - spiega - avessimo lottato nella Cdl come ha fatto Berlusconi, forse le elezioni le avremmo vinte». Per questo il coordinatore traccia la strada da seguire: «Dobbiamo ripartire dei valori che ci uniscono, riunirci attorno ad un tavolo tutti insieme e discutere di come uscire dalla crisi». Già, ma il dialogo sulle riforme? «Se il problema è la legge elettorale - commenta Bondi - noi non abbiamo mai negato la disponibilità a discutere di eventuali modifiche. Se il problema sono le riforme, invece, noi pensiamo che in questa legislatura non ve ne siano in Parlamento le condizioni politiche. Nella prossima legislatura invece siamo pronti ad aprire una fase costituente».

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