Cannavaro: meglio Madrid Mexes: ma l'Italia è sana
Mal'onda lunga delle polemiche s'è stesa modello tsunami per tutto lo stivale, rimbalzando fin dentro il centro sportivo di Coverciano. I tifosi sono fuori dai cancelli a caccia di un autografo, di uno scatto da incorniciare, cercando di immortalare il momento azzurro. Dall'altra parte i giocatori, protagonisti assoluti di uno sport fin troppo strattonato da episodi che non hanno nulla a che vedere con una partita di calcio, con la rincorsa a un pallone che rotola. Forse ai calciatori, così ben rappresentati da un'associazione più attenta agli aspetti economici che no ad altro, è mancata la capacità di fermarsi quando il loro popolo lo pretendeva. Solo commenti, per certi versi distaccati, un po' fuori dal resto del mondo come quello di Cannavaro che ha tenuto a precisare quanto sia bello «vivere a Madrid in uno stadio dove si può andare con la famiglia». Il capitano dell'Italia ha commentato l'omicidio di Arezzo e tutto il resto. «Voglio esprimere le condoglianze alla famiglia di Gabriele da parte di tutta la squadra. In questo momento può ritenersi fortunato chi gioca all'estero. Continuiamo a non dare una bella immagine del nostro calcio e del nostro Paese. In Italia abbiamo potenzialità enormi e non le sfruttiamo. Ma ripeto, per me giocare a Madrid è una fortuna: quando nei tg spagnoli vedi immagini come quelle di domenica non puoi non provare fastidio». A prendere le parti dell'Italia, incredibile ma vero,ci pensa addirittura un francese: il giallorosso Mexes, adottato ormai a pieno titolo dalla tifoseria giallorossa al pari di un «romano de Roma». «Anche se quanto accaduto è sicuramente molto brutto - ha spiegato - non sono completamente d'accordo con quello che ha detto Cannavaro, perché in Italia non tutto è da buttare. Qui siamo tanti stranieri e io mi trovo benissimo. L'ambiente è sano e il campionato è uno dei più belli e duri d'Europa. Qui si accettano bene gli stranieri ed è facile integrarsi, quindi non credo che sia tutto da buttare... anzi».