Un testimone: «L'agente non ha sparato in aria»
[...]Non mi sembra sparasse in aria. Anzi...», ha raccontato un rappresentante di commercio romano che alle nove di domenica mattina si trovava sulla piazzola di servizio dalla quale l'agente Luigi Spaccarotella ha esploso due colpi di pistola. «Verso l'alto e a scopo intimidatorio, per sedare la rissa in corso», era stata la prima versione della polizia. «Abbiamo detto fin da subito che la responsabilità era del poliziotto della stradale», ha spiegato invece ieri il questore di Arezzo Vincenzo Giacobbe durante una conferenza stampa. Ma, al di là delle polemiche, è ormai certo che Spaccatorella (iscritto sul registro degli indagati con l'accusa di omicidio colposo) non ha puntato l'arma verso il cielo ma in direzione della Renault Scenic che trasportava i cinque tifosi laziali a Milano. Ad ammetterlo, ora, è lo stesso Giacobbe, che in base all'esito delle prime perizie e delle testimonianze ha dichiarato: «Uno dei due colpi è stato esploso ad altezza d'uomo, il perché lo stabiliremo». E ha poi aggiunto: «È probabile» che l'agente «abbia cercato di sparare alle gomme dell'auto: se è così si è preso un rischio enorme». Durante la giornata ad Arezzo sono circolate notizie non ufficiali. Secondo una di queste, il proiettile sarebbe stato deviato da un palo di sostegno della rete che divide le due coppie di corsie autostradali. «Fin dall'inizio - ha spiegato sempre il questore - siamo stati inseguiti dalla diffusione di una serie di notizie false, surreali e irreali». Giacobbe, comunque, ha ribadito che gli agenti sono intervenuti ritenendo che nell'area di servizio opposta a quella in cui si trovavano fosse scoppiata una rissa, forse una rapina. Ecco, potrebbe essere questa una spiegazione verosimile: il poliziotto ha premuto il grilletto per bloccare un commando di presunti rapinatori. Intanto, nessuna traccia dei sostenitori napoletani della Juve che hanno ingaggiato una rissa con i laziali sull'area di sosta Badia al Pino, a pochi chilometri dal casello di Arezzo. Giacobbe ieri ha lanciato un appello a chi era a bordo di quella Mercedes «Classe A» scura: «Ci interesserebbe sentire il parere delle persone che la occupavano». Difficile, però, che i «napoletani» si facciano vivi. Per quanto riguarda invece i due coltelli, alcune biglie, sassi e ombrelli trovati dalla Scientifica sul piazzale dell'autogrill, bisogna ancora stabilire se siano in collegamento con quanto avvenuto. La pallottola «assassina», invece, è stata «recuperata» dal cadavere di Gabriele, che ieri è stato sottoposto all'esame autoptico. Il fratello Giacomo, giunto in ospedale per riportare a casa il corpo di Gabriele Sandri, ha chiesto di «evitare strumentalizzazioni in ordine a fatti da stadio». Gli ha fatto eco il vescovo di Arezzo, Gualtiero Bassetti, che ha benedetto la salma: «Sono venuto qui a dire a Gabriele: in Paradiso al tuo arrivo, ti accolgano i martiri. Non è mai giusto strumentalizzare la morte di un innocente», ha dichiarato. Il ministro dell'Interno Giuliano Amato, infine, ha ribadito che «deve emergere la piena verità su quello che è accaduto».