Il fratello Cristiano: Gabriele era estraneo a questa violenza
Gli scontri, gli assalti a caserme e commissariati non si spiegano neanche con la rabbia, col dolore per la morte di una persona cara. Per questo la stessa famiglia, quando viene a sapere che qualcuno ha appeso un cartello al negozio Harrison in cui si parla di «poliziotti bastardi», lo fa subito staccare da un amico. I Sandri, gente per bene, non vogliono mescolarsi con chi nella tragedia ha cercato l'occasione per strumentalizzare la perdita di una vita umana. Il papà e Cristiano sono ad Arezzo per il passaggio più straziante, la mamma e gli altri cari sono chiusi in casa. Fuori un cordone gentile, silenzioso, di amici, chiude l'accesso agli estranei. Non è il momento per i proclami, per questo ci sarà poi il processo. Fuori dal negozio di via Friggieri, nel frattempo, una folla di ragazzi piange l'amico, il fidanzato, il compagno di trasferte, il dj Gabbo. Appoggiati sulle due grandi vetrine, alle quali sono state attaccate le foto di «un amico vero, un grande tifoso», decine di mazzi di fiori. Qualcuno prega, altri vorrebbero sbattere la testa al muro per cancellare un dolore così insensato e fortissimo. Un pellegrinaggio incessante di ragazzi, chi con le sciarpe della Roma chi con i berretti della Lazio, la squadra del cuore di Gabriele, ha reso omaggio al loro amico, a un «pacioccone» che col calcio violento non c'entrava proprio nulla. «Oggi non c'è giallorosso, oggi non c'è biancoceleste - si legge in un biglietto - C'è solo sconforto». Dolore e rabbia anche in piazza Vescovio, dove ai tifosi e agli amici di Gabriele si è unito Lorenzo De Silvestri, il terzino della Lazio. A lui Gabbo aveva mandato l'ultimo sms: «Sto venendo a Milano, sono sempre con voi». Distrutti e confusi in una piazza di lacrime e silenzio, anche due dei ragazzi che ieri viaggiavano con Gabriele. Al bar, tra gli amici di Gabriele e i tifosi della Lazio, l'idea sugli scontri e la guerriglia provocata dagli ultras è univoca: «Le partite non andavano giocate, già alle 11 si poteva decidere di sospenderle. Evidentemente qualcuno aspettava atti di violenza». Intanto da via Friggeri, domani alle 17, partirà una fiaccolata in ricordo di Gabbo che si articolerà lungo le strade della Balduina. Ad organizzarla i commercianti della zona. «È un'iniziativa che sentiamo di fare per essere vicini alla famiglia - ha detto la proprietaria del negozio accanto a quello dei Sandri - conosco il papà di Gabriele da 40 anni e lui l'ho visto crescere. Era un ragazzo solare, con tanta voglia di vivere, non doveva morire così». «Veniva qui tutte le mattine a prendere cornetto e cappuccino, ma andava pazzo per le crostatine alla marmellata», ricorda ancora il barista di via Friggeri. Attesa per questa mattina alle 10,30 l'apertura della camera ardente nella Sala Rita in piazza Campitelli. I funerali si svolgeranno domani nella chiesa di San Pio X, la stessa dove Gabriele è stato cresimato.