Le ore più difficili. E Rosella Sensi telefona al sindaco per il rinvio di Roma-Cagliari
Partiamo da Bergamo per percorrere la scia serpeggiante di violenze piccole e grandi che si sono propagate come rivoli di rabbia un po' in tutta Italia. La chiave «politica» di lettura è stata sin dall'inizio chiara: gli ultras dell'Atalanta hanno voluto fermare il campionato come era stato fatto dopo la morte di Filippo Raciti. È questo in sostanza il messaggio lanciato dai tifosi della squadra bergamasca, specchio del breve colloquio intercorso tra il capitano atalantino Cristiano Doni, condensato in una minaccia: «Se riprendete a giocare succede qualcosa di grave». E per rendersi credibili avevano già infranto una vetrata antisfondamento. Prima della decisione del questore di Bergamo di sospendere la partita al 7', nei pressi dello stadio, un gruppo di ultras nerazzurri ha assaltato una jeep della polizia con una sassaiola. Quasi contemporaneamente, alla stazione ferroviaria di Treviglio (Bergamo), gli agenti della Polfer sono stati presi di mira da un lancio di sassi da parte dei tifosi del Milan: il bilancio finale parla di sette contusi tra le forze dell'ordine (cinque poliziotti e due carabinieri). Dal vicino stadio «Meazza» di Milano un corteo di circa 300 ultras nerazzurri (ma c'erano anche rappresentanze della Lazio) ha manifestato in corso Sempione davanti alla sede della Rai, presidiata da un ingente schieramento di carabinieri. Al grido di «Assassini, assassini» e con striscioni eloquenti («Amato dimettiti» e «Per Raciti si ferma il campionato, la vita di un tifoso non vale niente») gli ultras hanno scatenato un pomeriggio di slogan e di fischi contro il Governo: un cameraman di «Rete4» e due cronisti sono stati presi a calci riportando leggere contusioni. In precedenza un altro operatore Rai era stato aggredito dopo aver filmato la sassaiola contro il commissariao San Siro di via Novara: telecamera e immagini sono state distrutte. Disordini anche a Firenze, ma il filo rosso ha legato la tragedia del tifoso ucciso persino ai campi della C1, per l'esattezza a Taranto, dove era in programmna nel girone B la gara con la Massese. La partita è cominciata con dieci minuti di ritardo, è durata in tutto 58 minuti per poi venire sospesa definitivamente per incidenti sugli spalti dopo un'interruzione di 27 minuti.