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L'ultimo sms a De Silvestri: "Daje Lo. Sempre con voi"

Gabriele Sandri

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Poierano sempre rimasti in contatto, Gabriele seguiva i progressi di Lorenzo nel grande calcio, faceva il tifo per lui. Fino al messaggio inviato al giocatore alla vigilia della sfida importante contro l'Inter. «Daje Lo, ho appena finito di suonare, come al solito in partenza per condurvi fino alla vittoria. Sempre con voi», questa scritta ha trovato il difensore sul suo telefonino quando si è svegliato. Mancavano poche ore alla partita contro l'Inter e mai De Silvestri avrebbe potuto pensare che quello sarebbe stato una sorta di testamento nel quale il povero Gabriele raccontava le due passioni della sua breve vita, quella per la musica e quella per la sua Lazio. Gabriele non è arrivato a Milano per colpa di un proiettile maledetto e il giovane difensore biancoceleste è sconvolto da una tragedia che tocca il cuore di tutti e che in serata ha scatenato anche pesanti ritorsioni a Roma e in molti altri campi d'Italia. De Silvestri è stato uno dei primi a sapere ed è scoppiato in lacrime. Non poteva essere vero, le prime notizie frammentarie che arrivavano però erano solo conferme. Un tifoso della Lazio morto, proprio lui, il compagno dj. Poco dopo i giocatori si aggirano nei corridoi dell'albergo Visconti che ospita il ritiro della squadra biancoceleste. Parlano tra loro, vogliono conoscere la verità, per capire la dinamica di una tragedia che ha mandato in frantumi i sogni di un giovane ragazzo. Squillano i telefoni, poi la certezza di una vita finita troppo presto. È stato proprio Lorenzo uno dei primi a far chiedere a Lotito di non giocare la partita contro l'Inter. Non ce l'avrebbe fatta a onorare l'impegno, con la testa e il cuore era vicino al ragazzo rimasto sull'asfalto di un autogrill dell'autostrada senza nemmeno saperne il motivo. Quando è arrivato l'annuncio ufficiale del rinvio della sfida contro i campioni d'Italia Lorenzo si è tolto un peso come del resto i suoi compagni di squadra che non volevano scendere in campo per onorare la sua memoria. Non c'erano le condizioni obiettive per correre dietro a un pallone, quello stesso per cui Gabriele non aveva dormito per non mancare all'ennesima trasferta insieme con gli amici di sempre. Al ritorno a Roma dopo aver provato a cercare una spiegazione De Silvestri ha raccontanto la sua tristezza non appena è atterrato a Fiumicino. È sbarcato dopo le 17 quando ormai anche molte domande importanti avevano avuto risposte. Gli occhi lucidi, lo sguardo perso nel vuoto e tanta amarezza per una tragedia senza spiegazioni: «Non ho parole, Gabriele rimarrà sempre nel mio cuore e in quello di tutti i tifosi biancocelesti. Aveva suonato al mio compleanno e da quel momento era nata un'amicizia sincera. Un mese fa, dopo la partita contro il Cagliari gli avevo regalato la mia maglietta e lui era stato felicissimo. Mi diceva sempre "Lorenzo sei il simbolo della Lazio, somigli a me"». Si blocca poi riprende con il viso pieno di tristezza e la consapevolezza di aver perso un amico: «Non so ancora come siano andate le cose e vorrei soltanto dire basta. Abbiamo martiri, non si può andare avanti così anche perché, più si va avanti, e più succedono queste cose. Lo sport non c'entra con quanto è accaduto». Chiude con l'amarezza di chi avrebbe trascorso forse una serata in discoteca insieme all'amico a Milano oppure a Roma al suo ritorno. E, invece, il destino aspettava Gabriele su un'area di servizio di Arezzo.

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