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Il braccio di ferro tra Coni e Federcalcio

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Eil Governo del calcio ha provato a farla essere una domenica qualunque, nonostante un agghiacciante omicidio. Il Governo del calcio è stato tirato giù dal letto dall'agghiacciante squillo telefonico foriero di tristi presagi. I contatti tra le Istituzioni sono iniziati immediatamante: il tam tam mediatico all'ora di pranzo aveva già fatto il giro di tutte le redazioni dei giornali. In via Allegri clima cupo: cielo plumbeo, cronisti in attesa del presidente federale che parla con tutti tranne che con loro: arriva il capo ufficio stampa a comunicare l'orario della conferenza stampa fissata dopo il fischio finale delle partite. Si gioca: calcio d'inizio con 10 minuti di ritardo e lutto al braccio. Tutto qui. A poco più di un'ora dal fischio d'inizio la Federcalcio - d'intesa con la Lega e con Inter e Lazio, le due società interessate - decide di rinviare solo la partita del Meazza confermando la disputa degli altri 7 match. Una giornata senza senso, che il Governo del calcio prova a far passare per una domenica qualsiasi. Una decisione, quella assunta dalla Federcalcio, che non ha trovato concorde il presidente del Coni Gianni Petrucci, propenso a sospendere l'intera giornata di campionato sin dalle prime ore. In tarda mattinata, il numero uno del Comitato Olimpico aveva avuto molteplici contatti con il massimo esponente della Figc nel tentativo di convincerlo a bloccare un'insensata domenica di calcio di fronte alla morte di un ragazzo di 28 anni. Voci, spifferi, indiscrezioni: il calcio avrebbe piegato la testa di fronte alle richieste del Viminale. Petrucci, pur facendo emergere il suo assoluto dissenso, si rimette alle decisioni degli organi preposti. E l'errore macroscopico del governo del calcio viene ancor più evidenziato dagli incidenti che caratterizzano Atalanta-Milan: a Bergamo i tifosi costringono tutti a chiudere i battenti. Domenica nera per il calcio, con i tifosi incollati alla tv per conoscere gli sviluppi di un omicidio di un innocente. In gran parte degli stadi italiani i gruppi ultras restano al di fuori delle curve. Alla fine delle partite va in scena la conferenza stampa in via Allegri. Per il presidente della Figc, Giancarlo Abete, la scelta di rinviare solamente Inter-Lazio è stata presa per la natura non sportiva della morte di Sandri. Il presidente sottolinea la differenza di contesto rispetto all'uccisione dell'ispettore di polizia Filippo Raciti nel Catania-Palermo dello scorso febbraio. Un autogol clamoroso in una giornata in cui Roma piange un proprio figlio, un ragazzo ben voluto e apprezzato da tutti. Il Presidente Federale fa intendere la possibilità di un blocco totale alle trasferte dei tifosi, dicendosi però «contrario in qualità di dirigente sportivo» ad una simile restrizione. Con un programma pomeridiano ridotto a cinque partite, la sconfitta per Figc e Lega Calcio è stata totale. In serata, su richiesta dell'amministratore delegato della Roma, è stata rinviata anche la partita dell'Olimpico che avrebbe visto opposte, nel posticipo serale, la formazione giallorossa e il Cagliari. «Giusto chiedere il rinvio della partita - ha dichiarato Rosella Sensi, vicepresidente di Lega - in segno di solidarietà nei confronti della tifoseria laziale e di tutta la città di Roma colpita dal lutto per la scomparsa del tifoso Gabriele Sandri, abbiamo ritenuto opportuno chiedere il rinvio della partita in programma questa sera allo stadio Olimpico con il Cagliari». Decisione apprezzata dal Ministro delle attività giovanili e dello Sport Giovanna Melandri: «Giusto sospenderla anche in segno di lutto e cordoglio verso la famiglia del giovane Gabriele Sandri». Oggi alle 17, Abete ha convocato un vertice con i vice presidenti federali Albertini, Tavecchio e Gussoni, il presidente della Lega Calcio Antonio Matarrese, i dirigenti delle Leghe e i rappresentanti delle Associazioni di categoria di allenatori e calciatori. L'ennesimo vertice dopo l'ennesimo morto.

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