Fini furioso: "Berlusconi vuole indebolirmi"
Rabbiavera al punto che tra i due i rapporti hanno toccato in questi giorni il livello più basso. Tanto per avere un'idea, da via della Scrofa, dalla sede del partito di Fini, è partita una telefonata diretta all'ambasciatore d'Israele. Oggetto della chiamata: far notare al diplomatico alcune frasi pronunciate da Francesco Storace («Nessuno ci potrà mai chiedere di andare a Gerusalemme per parlar male del fascismo») e soprattutto rilevare che Berlusconi in quel momento era in prima fila. All'ambasciatore è stato detto anche che stava applaudendo, seppur non vero. Ma il clima è quello, dal partito dell'ex ministro degli esteri e vicepremier si accusa l'ex premier con il rappresentante di un Paese estero. Fini è imbufalito per un motivo: Daniela Santanchè. È convinto che Daniela non avesse intenzione di andare con Storace. È stato il Cavaliere a mandarla, di fatto a costringerla. A chiederle di andare a fare il suo garante ne La Destra. Non è stato un acquisto di Storace, ma un'imposizione di Berlusconi. E Fini ne è tanto convinto perché ha ricevuto una confessione di Alessandra Mussolini, alla quale era stata fatta precedentemente la stessa offerta. La nipote del duce aveva risposto gentilmente di no: «Con quello lì (con Storace, ndr) non ci vado. Con quello che hanno fatto alla Regione...». Per cui le attenzione si sono concentrate sulla Santanchè, la quale inizialmente è stata arida. A settembre, però, le cose cominciano a precipitare. Berlusconi assicura la sua presenza alla convention di Storace, il leader di An inizia a scaldarsi. In un incontro a Palazzo Grazioli lo avvisa: «Silvio, stai attento. Scegliti bene gli alleati». Spera che il Cavaliere rinunci ad andare a far da padrino alla nascita della Destra. Ma non serve a nulla al punto che il leader della Cdl ha un ruolo attivo nel parto della nuova formazione politica. Non senza alti e bassi. Storace lo capisce e fa mancare il suo apporto decisivo al Senato alla mozione del centrodestra che manderebbe a casa il Cda Rai. Alza il prezzo, ma gli costa caro perché i suoi militanti si ribellano contro di lui. E allora cerca di spostare l'attenzione sui senatori a vita attaccandoli pesantemente, entrando in polemica con il Quirinale con cui Berlusconi ha già rapporti precari. Così ordina a Forza Italia di non seguire Storace nella polemica. Indebolisce l'ex governatore del Lazio e al tempo stesso vuole stare più sicuro, gli serve che nella nuova formazione ci vada una sua persona. Fini dal canto suo rinsalda il rapporto con il vertice di An, richiama i colonnelli e vara un nuovo ufficio politico. Per la Santanchè non c'è nessun ruolo, Daniela s'infuria e allora mostra la sua disponibilità ad andare con Storace. Ma lancia l'asta: «Ci vado ma voglio un ruolo di primo piano». Le offrono di fare la portavoce. Non basta. Lei aggiunge: «Voglio un ruolo politico, tipo segretario. In modo che quando ci sono i vertici della Cdl vengo anche io e mi siedo con Fini e Casini». Le viene concesso. E siamo alla convention di sabato. Gianfranco dal canto suo è su tutte le furie. È certo che Berlusconi abbia lavorato per indebolirlo, gli abbia rubato in casa. La Cdl al massimo dei sondaggi e a due giorni dalla battaglia decisiva in Senato rischia di sfasciarsi.