Laura Della Pasqua l.dellapasqua@iltempo.it I tagli ...
Ma, guarda caso, lo snellimento del governo non riguarderà questa legislatura. Se ne riparlerà nella prossima, ammesso poi che il nuovo governo decida di attenersi a questo provvedimento. La storia recente dimostra il contrario dal momento che già la riforma Bassanini del 1999 prevedeva un governo di 12 ministri. Non solo. L'approvazione del ridimensionamento dei componenti dell'Esecutivo è passata per un soffio (160 i voti favorevoli e 155 quelli contrari) e tra non poche polemiche. Non ultima quella del ministro Mastella che prima ha annunciato il voto negativo e poi ha deciso per il sì spiegando di aver ricevuto una telefonata ad hoc da Prodi che gli consigliava di ripensarci. Il ministro Di Pietro invece avrebbe voluto che il taglio entrasse in vigore immediatamente. Per salvarsi la faccia i senatori hanno approvato un ordine del giorno che chiede al governo di «valutare la norma». Il che significa che, volendo, potrebbero anche decidere il dimezzamento dei ministeri da subito. Se per il governo la cura dimagrante è rinviata, per gli enti locali scatterà subito dopo l'approvazione della Finanziaria. Il numero dei consiglieri sarà ridotto del 20%. Gli assessori di comuni e province scenderanno da 16 a 12. Inoltre ci sarà un limite al gettone di presenza per i consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali. Arriva poi il divieto di cumulo con i compensi di altri enti. Limitata poi la possibilità di porsi in aspettativa non retribuita e fissato un rimborso forfetario per le missioni degli amministratori. Taglio infine delle comunità montane.