«Italia ultima della classe»

Bruxelles, infatti, taglia le indicazioni di crescita del Pil dell'Italia, che, già al di sotto della media Ue nel 2006, scenderà dall'1,7% del 2007 all'1,4% nel 2008 per risalire all'1,6% nel 2009. Una bacchettata a Prodi e i conti del ministro Padoa Schioppa. Secondo la relazione economica annuale della Commissione europea, il deficit di bilancio rimarrà stabile al 2,3% sia nel 2008 che nel 2009. Gli economisti di Bruxelles sottolineano tuttavia, nelle tre pagine dedicate all'Italia, che per il 2008 ci sono rischi di un aumento del deficit. «All'inizio del 2008 la crescita del Pil sarà considerevolmente più bassa rispetto al 2007». Le esportazioni rimarranno «generalmente stabili nel 2008, per accelerare nel 2009, con un più alto contributo dei servizi». Mentre le importazioni risentiranno anche della rivalutazione dell'euro, con il risultato di «un saldo commerciale netto in negativo, sia per il 2008 che per il 2009». L'Italia continuerà a perdere quote di mercato in volume. «Dopo un significativo aumento della produttività nel 2007, è prevista infine una frenata per il 2008 e una piccola ripresa nel 2009». Quanto alla disoccupazione, dovrebbe scendere dal 5,9% del 2007 al 5,7% del 2008 al 5,5% del 2009. Per quanto riguarda i paesi dell'area a 13 dell'euro, la Commissione Europea ha tagliato le stime di crescita al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009. Nelle previsioni di primavera diffuse a maggio la crescita del Pil dell'anno prossimo era indicata al 2,5%. Rimane invece invariata, rispetto alle previsioni di settembre, la stima per il 2007 al 2,6%. Nell'Ue a 27 il rallentamento dell'economia porterà la crescita dal 2,9% di quest'anno al 2,4% del 2008 e del 2009, con un taglio di 0,3 punti percentuali nel 2008 rispetto alla stime di primavera. Ma, nonostante il rallentamento dell'economia americana e gli alti prezzi del petrolio, l'impatto sull'economia europea sarà limitato. L'inflazione quindi, dopo un atteso rialzo nei prossimi trimestri, si assesterà a metà dell'anno prossimo intorno al 2% e da qui al 2009 nell'Ue saranno creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro. «Con le turbolenze dei mercati finanziari di quest'estate, il rallentamento dell'economia americana e i prezzi del petrolio in continua crescita le nuvole si sono addensate sull'orizzonte - ha dichiarato Almunia - e il risultato è che la crescita economica sta diventando più moderata e i rischi di peggioramento sono chiaramente aumentati». Ma nella relazione la stoccata più dura, il commissario la dà proprio al Belpaese: «Se tutti gli Stati membri che hanno avuto degli utili imprevisti li avessero usati interamente per il consolidamento delle finanze pubbliche i risultati sul fronte dei conti sarebbero stati certamente migliori». Ecco, quindi, «che in Italia e in Francia non c'è alcun miglioramento sul fronte del deficit strutturale nel 2008». I rischi, per Almunia, sono chiari e sono legati al raggiungimento dell'obiettivo di medio termine del pareggio di bilancio: «Non tutti i Paesi sono sicuri di ottenere questo risultato entro il 2010. Ma hanno ancora tempo per adeguare le loro strategie. La raccomandazione della Commissione Ue e dell'Ecofin - ha spiegato Almunia - è quella di applicare rigorosamente il patto di stabilità sul fronte dell'equilibrio dei conti». Nel mirino di Almunia, infine, anche «l'assenza in Finanziaria di misure convincenti per contenere la crescita della spesa pubblica, nonchè la possibilità che alcuni tagli alle spese possano slittare dal 2007 al 2008».